Giorni intensi quelli che attendono Poste italiane, esattamente come giovedì scorso, attraverso un “cinguettio”, il presidente del Consiglio dei ministri aveva fatto intendere. Nella stessa mattinata, il premier Matteo Renzi ha incontrato l’amministratore delegato della società, Francesco Caio, per definire gli ultimi dettagli sul tavolo. Poi il manager ha fissato al pomeriggio del 16 dicembre una riunione con i sindacati presso la sede dell’Eur, al fine di illustrare il famoso piano industriale. Da parte sua, ieri il Governo ha presentato due emendamenti alla legge di stabilità che guardano al settore. Il primo concerne ancora il contratto di programma, che nella bozza iniziale si dava per chiuso entro il 31 marzo. Esso -si scopre nell’aggiunta- “potrà prevedere l’introduzione di misure di razionalizzazione del servizio e di rimodulazione della frequenza settimanale di raccolta e recapito sull’intero territorio nazionale”. Inoltre, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, su richiesta dell’operatore, dovrà rivedere i parametri statistici di qualità ed i prezzi, “individuando soluzioni che consentano la maggiore flessibilità nello stabilire le tariffe in correlazione all’andamento dei volumi di traffico”. Il documento, infine, prende atto della vecchia questione avviata in ambito Ue, riguardante quelli che in un primo momento furono considerati aiuti di Stato, e riconosce a Poste 535 milioni. Intanto, Standard & Poor’s ha abbassato il proprio giudizio, collegato strettamente a quello della Repubblica. La stima di lungo termine è passata, infatti, da “BBB” a “BBB-” (nel breve, da “A-2” ad “A-3”), con prospettiva stabile.
Martedì il piano industriale
13 Dic 2014 11:43 - NEWS FROM ITALY
Intanto, il Governo ha introdotto, nella legge di stabilità, nuovi elementi che riguardano anche qualità del servizio e tariffe, mentre Standard & Poor’s ha abbassato il giudizio sull’azienda