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editor Fabio Bonacina

27145 news from 8/3/2003

In luogo del tradizionale ufficio postale, un presidio presso un negozio, una stazione ferroviaria o magari un museo. Oggi questi sono 698

Continuano roventi le polemiche e le proteste nei confronti di Poste italiane che ha deciso di eliminare centinaia di sedi non remunerative, e parecchie presenteranno la serranda abbassata già da questo lunedì. Alternative concrete non se ne sono viste molte, se si esclude il progetto toscano di “Ecco fatto!”, in essere dal maggio del 2013 e che condensa in uno stesso sportello più prestazioni, amministrative e non.

Può essere interessante vedere la strada elvetica, non certo originale perché impiegata da anni pure ad altre latitudini. Consiste nell’organizzare presìdi in punti commerciali (oppure in stazioni ferroviarie, cancellerie comunali e persino musei ed ospedali) attraverso la formula dell’agenzia postale. Essa ha gli stessi orari della struttura in cui si trova ed offre i supporti base per quanto riguarda lettere e pacchi; inoltre, con la “Postfinance card”, è possibile prelevare fino a 500 franchi. L’operatore forma il personale, che si impegna a mantenere il segreto professionale, e riconosce un compenso all’ospite. Introdotte agli inizi degli anni Duemila, tali presenze ora sono 698.

Non costituisce l’unica possibilità, viene precisato (un’ulteriore è rappresentata dai 1.289 servizi a domicilio, una sorta di postino telematico tricolore), ma in base alle positive esperienze conseguite “fa parte normalmente delle soluzioni prese in esame dalla nostra azienda in alternativa al tradizionale ufficio” (questi ultimi sono 1.513). Tutto ciò in un contesto dove, tra il 2000 ed il 2014, il numero delle lettere è diminuito del 67%, quello dei pacchi del 43%, quello dei versamenti del 34%.

In Svizzera non solo uffici postali tradizionali
In Svizzera non solo uffici postali tradizionali



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