Sulle pendici del monte Giovi, a pochi chilometri da Vicchio, si trova Barbiana: la chiesa di sant’Andrea, il piccolo cimitero, poche case vicine, altre sparse nei boschi e nei campi. Lungo il dicembre del 1954 vi arrivò come priore don Lorenzo Milani. Per quasi tredici anni vivrà qui la propria esperienza di uomo, di sacerdote, di maestro. Fino al giugno 1967, quando morì a quarantaquattro anni.
Così dal Comune in provincia di Firenze introducono il personaggio indirettamente citato dal francobollo. Francobollo che, alla fine, arriverà il 9 dicembre, chiudendo anche il programma italiano del 2015.
L’incontro tra il prete ed i ragazzi che si scelse per allievi, il loro lavoro quotidiano là dove non c’era alcuna struttura didattica, “dettero vita a una delle più importanti esperienze educative del nostro Paese. La Scuola di Barbiana sconcertò e stimolò il dibattito pedagogico ed educativo anche attraverso i testi lì elaborati e da lì diffusi”, ossia “L’obbedienza non è più una virtù” e “Lettera a una professoressa”. Essi “intercettarono le attese di un profondo cambiamento della scuola e dell’educazione e divennero l’orizzonte di migliaia di giovani studenti, insegnanti e operatori sociali impegnati nella ricerca di un nuovo modo di «fare scuola»”.
Per ciò che concerne la carta valore, è tutto confermato secondo le indicazioni già note: un taglio da 95 centesimi autoadesivo, inserito nella serie “Il senso civico”. Raccolto in fogli da quarantacinque, conta su una tiratura pari ad ottocentomila unità. La vignetta, dovuta a Fabio Abbati, propone la chiesa del Trecento e la canonica dove il protagonista avviò la sua esperienza; vi sono, inoltre, alcuni bambini di spalle intenti a guardare la struttura.
I dati integrativi, diffusi oggi, riguardano l’annullo, che verrà impiegato nell’ufficio postale di Vicchio ed il bollettino illustrativo. Quest’ultimo sarà firmato dal coordinatore progetti & relazioni esterne del Centro formazione e ricerca don Luigi Milani e Scuola di Barbiana Manrico Casini-Velcha, nonché dal sindaco, Roberto Izzo.