Tutto sostanzialmente confermato per quel che concerne l’emissione di cartevalori postali e la filatelia. L’argomento è inserito come articolo 7 nel contratto di programma 2015-2019, che la ministro allo Sviluppo economico, Federica Guidi, e l’amministratore delegato di Poste italiane, Francesco Caio, hanno sottoscritto il 15 dicembre.
I ruoli sono molto chiari e consolidati. Da una parte vi è il Mise che, in rappresentanza del Governo, redige con “esclusiva competenza” i programmi di emissione. Dall’altra, l’azienda: collabora alla loro messa a punto, suggerendo idee e trasmettendo quelle giunte da terzi. Alla fine il dicastero, “sentito il parere” della Consulta per l’emissione di cartevalori postali e la filatelia (di cui è stata eliminata la cadenza semestrale), stabilisce la lista.
Il vero ruolo della concessionaria, ossia di Poste, arriva dopo. Con l’elenco in mano, “e sulla base delle esigenze inerenti l’espletamento del servizio universale, presenta le proposte inerenti il fabbisogno annuale”, le tirature ed i nominali (ma non si fa più cenno alle date di uscita). Soprattutto, paga progettazione e stampa delle cartevalori e, una volta pronte, ne cura la distribuzione e la commercializzazione, “in un’ottica di contenimento dei relativi costi”. Al tempo stesso, “formula proposte finalizzate a promuovere e diffondere la cultura filatelica”.
Ultimo compito dell’operatore è, entro il 31 gennaio, fornire “una dettagliata e documentata relazione sull’attività svolta” nel settore.