Un tesoro sconosciuto nel luogo in cui i tesori sono istituzionalmente conservati, ossia un museo. Però, questo tesoro giaceva da tempo in un baule, dando ora vita al progetto “Firmate, sigillate e non consegnate”. È successo all’Aja, presso il Museum voor communicatie: nel contenitore, registrato in ingresso nel 1926, sono emerse duemilaseicento lettere risalenti al periodo compreso tra il 1689 ed il 1706, seicento delle quali ancora sigillate.
Parte del mistero è spiegata presto: fu il responsabile cittadino della Poste, Simon de Brienne, ad accantonarle, aiutato dalla moglie Maria Germain. Si trattava di missive per le quali non fu possibile rintracciare il destinatario o egli si rifiutò di pagare il servizio. Da un’analisi dei plichi (quelli ancora chiusi sono stati esaminati, senza aprirli, tramite i raggi “X” puntando all’inchiostro, che all’epoca conteneva ferro), sono emerse alcune informazioni. Ad esempio, le provenienze anche dall’estero, in particolare da Francia e Spagna. E poi i dati su mittenti, soprattutto aristocratici e musicisti, uomini e donne. Ognuno con la propria storia da raccontare.
Tra gli aspetti che gli specialisti, di estrazione universitaria, hanno apprezzato figura la chiusura dei documenti, realizzata con l’inventiva e la complessità necessarie a rendere il plico inespugnabile, a meno di non lasciare tracce.
L’insieme -ha commentato il curatore per la storia postale della struttura, Koos Havelaar- “rivela vicende della vita quotidiana appartenenti al XVII secolo. Mostra come i Paesi Bassi fossero nel cuore delle comunicazioni europee ed offre l’opportunità di studiare una sezione trasversale unica della società”.
In base al programma, in futuro i testi verranno trascritti, tradotti e editi; previste pure una mostra e poi la presentazione on-line del materiale.