Negli editoriali della rivista diretta da Roberto Palmieri, il “Bollettino filatelico”, era stato segnalato più volte: la Prima guerra mondiale aveva fatto emergere un ampio interesse per i francobolli collegati al conflitto, tanto da ipotizzare la creazione di uno specifico album.
L’attenzione, tuttavia, non era solo per le cartevalori riguardanti le occupazioni (davvero poche, invece, quelle a soggetto espressamente propagandistico, specie se paragonate a quanto sarebbe giunto nei decenni successivi), ma l’occhio era attirato pure dalle produzioni inerenti alla Croce rossa. Forse perché contemporaneamente appagavano due aspetti: il collezionistico, beninteso, e la volontà di partecipare nel lenire le sofferenze, dato che spesso l’acquisto di tali cartevalori prevedeva il contributo a favore della struttura benemerita.
Una riprova è presente in un altro mensile dell’epoca, “L’annunzio filatelico”, caratterizzato da vistose e differenti pubblicità in argomento. Particolarmente attiva risulta la ditta Socini di Genova (l’editrice del periodico): presentava la raccolta dei dentelli bellici e per l’istituzione di soccorso come la “collezione di moda”. “Per causa degli aumenti quasi giornalieri che subisce questo genere di francobolli, noi consigliamo i signori collezionisti a provvedersi senza indugio”, si legge in una pubblicità datata febbraio 1916. Due i pacchetti disponibili, contenenti trenta o sessanta esemplari, in vendita a 9,50 o 25,00 lire, in entrambi i casi con altre 0,45 per le spese di spedizione. Due mesi dopo, cinquanta pezzi ne richiedevano 25,50+0,45, mentre a novembre per novanta occorrevano 60,00+0,65. Naturalmente, era possibile acquistare singole serie, per le quali si dettagliava in specifiche promozioni.
Meno evidenti, ma con lo stesso approccio, i consigli di ulteriori operatori, come la concittadina azienda Dapelo. La milanese Marucelli, invece, proponeva “francobolli patriottici”, ossia vignette nazionaliste da applicarsi sui pacchi, sulle fatture, sulle circolari e per suggellare la corrispondenza, “allo scopo di far circolare nel gran pubblico i motti, i moniti, le invocazioni patriottiche che costituiscono una delle caratteristiche speciali delle marche stesse”. Costi: ottanta unità con trenta soggetti venivano 1,00 lira; quattrocento di centoventotto tipi 4,00.