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editor Fabio Bonacina

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Poste italiane, Inforcert e Tim: sono le tre aziende cui rivolgersi per accedere al Sistema pubblico di identità digitale

Si chiama Sistema pubblico di identità digitale, diverrà operativo il 15 marzo e vede coinvolta anche Poste italiane. Insieme ad Infocert e Tim, sarà una delle tre strutture cui (almeno per ora) occorrerà rivolgersi per richiedere appunto l’identità digitale marchiata Spid.

Quest’ultima -viene spiegato dall’Agenzia per l’Italia digitale- consente l’accesso con credenziali uniche ai servizi on-line di amministrazioni e privati aderenti al sistema. Fra essi, Agenzia delle entrate, Inail, Inps, le Regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Piemonte, Toscana ed Umbria, i Comuni di Firenze, Lecce e Venezia.

Secondo le aspettative, entro giugno saranno oltre seicento i supporti, accessibili “da qualsiasi dispositivo di fruizione e con la totale garanzia di sicurezza, tutela della privacy e protezione dei dati personali”. In ogni caso, sono state programmate tre tipologie di identità, ciascuna delle quali corrisponde ad un crescente livello protettivo, ed è previsto uno sviluppo articolato in due anni. Dal 2018 si potrà impiegare lo Spid per tutte le prestazioni pubbliche on-line dei Paesi europei.

È un’idea concepita da Francesco Caio all’epoca del suo impegno come “mister agenda digitale”, precisano da Poste dove ora fa l’amministratore delegato. In realtà, l’azienda già ha l’“app” “posteid”, installabile su smartphone e disponibile per garantire la privacy e la sicurezza in rete. Fra qualche giorno, il nuovo approccio sarà introdotto partendo dai clienti dotati di strumenti di riconoscimento in rete e dai primi 396 uffici postali. Sapendo che progressivamente verranno coinvolte tutte le altre sedi. Inoltre, diverrà operativo un servizio che, su richiesta dei cittadini, consentirà di essere identificati o di certificare il cellulare a domicilio tramite i portalettere.

Dal 15 marzo
Dal 15 marzo



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