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editor Fabio Bonacina

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La data fatidica sarebbe l’1 aprile. Associazione nazionale comuni italiani ed Unione nazionale comuni comunità enti montani chiedono a Poste un ripensamento

Conferenza unificata alle spalle, è il momento dei primi bilanci. “Abbiamo chiesto con forza al Governo di intervenire su Poste, di cui è il maggior azionista, per rivedere il piano di razionalizzazione che prevede chiusure di uffici e razionalizzazione parziale della consegna della corrispondenza”, che con l’1 aprile sarà a giorni alterni. Così, dall’Associazione nazionale comuni italiani, si è espresso il vicepresidente con delega ai piccoli comuni, Roberto Pella, al termine della riunione svoltasi giovedì al dipartimento per gli Affari regionali, le autonomie e lo sport. L’operatore “ha confermato sì la disponibilità al confronto confermando, tuttavia, che andrà avanti con il piano”. La scelta riguarderebbe 411 chiusure di uffici e 599 tagli al servizio: “non è accettabile”, da qui la richiesta di un intervento di palazzo Chigi. Il dibattito “va avanti da tempo ma i risultati, ad oggi, non sono quelli sperati. Si avvii quindi un vero tavolo di confronto congiunto per trovare un punto di incontro reale, che tenga conto delle esigenze di bilancio di Poste italiane e delle esigenze delle aree interne”.

L’azienda “dovrà rivedere con il Governo il suo piano di tagli dei servizi e in particolare il punto relativo alla distribuzione della corrispondenza e dei giornali a giorni alterni in 5.200 comuni”. L’ha annunciato -aggiungono dall’Unione nazionale comuni comunità enti montani- il ministro Enrico Costa. Sulla consegna a giorni alterni, “chiederò valutazioni -ha precisato- alla Commissione Europea. Il piano di Poste va rivisto”.

Quanto ai vertici della società presieduta da Luisa Todini -ribadiscono dall’Uncem- “hanno confermato la loro volontà di dare seguito al piano concordato nel 2015 con il Governo e Agcom, implementando i comuni dove la corrispondenza verrà consegnata a giorni alterni, ma anche di voler «ripensare il modello organizzativo sul territorio», senza rivisitazioni”.

La stessa Uncem ha sostenuto gli uffici multi servizi; dal canto suo, l’Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna ha fatto avere un documento che illustra come altri Stati Ue si siano organizzati, con particolare riferimento alle aree interne e montane.

Sul tema, qualche giorno fa il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, aveva ipotizzato un’azione politica da parte dell’Esecutivo.

Razionalizzazione: a giorni la nuova fase
Razionalizzazione: a giorni la nuova fase



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