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editor Fabio Bonacina

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Duecento i dipendenti di Poste italiane che si sono riuniti per parlare del comparto: responsabili, direttori, referenti ed operatori

Il responsabile per la filatelia, Pietro La Bruna
Il responsabile per la filatelia, Pietro La Bruna

Dopo Genova, incontro del 10 dicembre scorso valido per Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, il turno di Brescia, rivoltasi alla Lombardia. Duecento i dipendenti di Poste italiane che si sono dati appuntamento alla Camera di commercio cittadina, stesso luogo in cui, era il 17 aprile 2009, venne presentato il francobollo dedicato alle “Mille miglia”. Pure in tale frangente si è parlato di collezionismo, ma in un modo diverso rispetto a sette anni fa: è il “meeting filatelia”. C’erano infatti gli addetti agli sportelli riservati agli appassionati, i direttori dei medesimi uffici, i referenti e le figure di vertice, accolti dal responsabile dell’area, Pietro Raeli. Alla regia, naturalmente, l’interlocutore nazionale per il settore, Pietro La Bruna, con parte dei suoi collaboratori, Andrea Alfieri, Corrado Di Rito ed Arcangelo Palmacci, a loro volta saliti sul palco per spiegare il ruolo specifico che assicurano, nell’ordine lo sviluppo commerciale, la pianificazione operativa, il controllo operativo.

Lo scopo della giornata -condotta dalla referente regionale, Antonella Foschetti- era sostenere in un modo senza precedenti l’impegno degli addetti, metterli al corrente della filiera e degli sviluppi registrati, agevolare il confronto con l’“altra” filatelia, quella organizzata, che ha portato le proprie testimonianze (sul palco, il delegato della Federazione fra le società filateliche italiane Corrado Bianchi, il direttore di “Vaccari news” Fabio Bonacina, il presidente dell’Associazione nazionale professionisti filatelici Sebastiano Cilio, il direttore dell’Unificato Paolo Deambrosi).

Raeli, ad esempio, ha detto che chi colleziona è persona di cultura e che il comparto è nel dna di Poste. Più tecnico l’intervento del responsabile commerciale Fausto Avanzini. Secondo il quale, l’area produce il 18-20% dei risultati d’Italia, da qui il suo ruolo di riferimento. La filatelia serve “per valorizzare il brand” ed occorre “diventare induttivi, più che reattivi”. Commento anche per un prodotto nuovo, il mini folder, con cui si sarebbe aperto uno “spazio inespresso”.

Diverse le testimonianze giunte dal territorio, come quella dell’operatrice di sportello al Milano 49 Anna Murgolo, divenuta “un punto di riferimento” dei collezionisti, perché “bisogna ascoltare”. Oppure del direttore presso la filiale di Como Antonio Cicchiello, che ha definito la filatelia un “facilitatore di processo”. A proposito di processi, Di Rito ha illustrato in sintesi l’iter che porta il francobollo dal programma redatto al ministero dello Sviluppo economico e sino a finire appiccicato su lettere e cartoline: per completarlo -ha precisato- ci vogliono dai venti ai venticinque giorni.

Fra i concetti espressi da La Bruna, due quelli che si sono fatti notare di più. Uno è rappresentato dalla diversa clientela che frequenta lo sportello filatelico (di fatto acquisita, anche se magari si lamenta) da quella di un servizio temporaneo (in genere è occasionale, e per questo offre potenzialità nuove e permette di agganciarsi alla realtà circostante). Un’altra riflessione riguarda le tirature: la serie turistica del 10 aprile 2015 è stata prodotta in quattrocentomila esemplari per tipo: nonostante la cifra ritenuta esigua, del manifesto per l’Enit ne sono avanzati sessantamila. Ci sarà un motivo?

La conduttrice della giornata, Antonella Foschetti, il motivo dell’incontro e la platea
La conduttrice della giornata, Antonella Foschetti, il motivo dell’incontro e la platea



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