All’inizio era Arcigola, creata nel 1986 in Piemonte dal gastronomo Carlo Petrini. Tre anni dopo, il passaggio dei confini e, nel 1990, il nome con cui il sodalizio è conosciuto ora. È Slow food Italia, al quale il 26 luglio Roma dedicherà un francobollo, annunciato soltanto il 9 giugno.
Oggi è un’associazione no profit, “impegnata a ridare il giusto valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali”. Ogni giorno opera in 150 Paesi “per promuovere un’alimentazione buona, pulita e giusta per tutti”. Attorno ad essa ruotano guide come “Osterie d’Italia, sussidiario del mangiarbere all’italiana” e manifestazioni quali il “Salone internazionale del gusto”, “Cheese”, “Slow fish”, “Terra madre”.
Aspetti troppo difficili da circoscrivere in qualche centimetro quadrato, da qui la (solita) scelta di ridursi al logo ufficiale, in tale caso con il simbolo per antonomasia della lentezza, la lumaca. L’emblema è stato lavorato all’Istituto poligrafico e zecca dello stato. La carta valore, da 95 centesimi, è autoadesiva, raccolta in fogli da quarantacinque e tirata in ottocentomila esemplari. Dal punto di vista organizzativo è inserita nel percorso “Le eccellenze del sistema produttivo ed economico”. L’annullo del primo giorno verrà impiegato a Bra (Cuneo).
Il bollettino illustrativo è dovuto all’attuale presidente, Gaetano Pascale.