“Cara moglie, ti scrivo questa cartolina per dirti l’ottimo stato della mia buona salute. Io sto bene cara moglie e così spererei di voi tutti. Senti cara moglie guarda che io scrivo quasi ogni giorno ma le cartoline se le do a qualcuno che va giù e ho paura che delle volte le perda o che non le imposta, io scrivo sempre ma io non ricevo quasi mai le tue notizie ma spero che starete bene ma verrà quel giorno che vi vedrò allora potrò sicurarmene della vostra salute senza scritto. Quando mi scrivi fammi sapere se miei compagni di terza si trovano in combattimento, perché voglio vedere se sono io solo disgraziato oppure anche loro. Io cara moglie mi trovo in compagnia un altro poco che stago qui invece che io cammina le bestie da vita mi porta egli ma pazienza. Io ti saluto tanto e ti bacio te e i miei cari figli, state bene ciao sta allegra saluta tutti”.
È l’ultima delle note che il mittente spedì a casa prima di morire. Era il 10 giugno 1916; sarebbe finito ucciso tre giorni dopo. Uno dei tanti, troppi, soldati a perdere la vita in battaglia, nel caso specifico sul monte Spin (Schio, Vicenza).
Cento anni dopo il ricordo persiste, in questo caso grazie agli eredi. Sono stati loro, infatti, a volere il libro “Lettere dal fronte - La Grande guerra raccontata attraverso gli occhi del soldato Tombola Luigi”. Il protagonista era nato a Villafranca Padovana (Padova) il 30 ottobre 1887.
Il lavoro, prodotto da Grafiche Turato edizioni, raccoglie il carteggio in 128 pagine (senza indicazione di prezzo).
“Può diventare -ha detto durante la presentazione il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti- una fonte di conoscenza rivolta a tutti, per capire meglio ciò che accadde nel nostro territorio ed alla nostra gente, segnata in profondità ed in modo spesso drammatico dalle vicende legate al Primo conflitto mondiale”.