Se la seconda cessione al mercato delle azioni riguardanti Poste italiane per ora è scomparsa dall’agenda del Governo, prosegue l’altro aspetto della manovra con cui il ministero dell’Economia e delle finanze nel maggio scorso decise di abbandonare -almeno formalmente- il controllo dell’azienda.
Come si sapeva, il 35% del patrimonio finora detenuto dal dicastero (pari a 457.138.500 azioni ordinarie) è stato destinato a Cassa depositi e prestiti, e di fatto è un ritorno. Per tale obiettivo, questa ha dovuto subire un aumento di capitale. L’ammontare, comprensivo di sovrapprezzo, è di 2.930.257.785 euro. L’operazione è stata approvata dall’assemblea straordinaria di Cdp lo scorso 24 giugno.
Nel dettaglio, il suo capitale sociale passa da 3.500.000.000 a 4.051.143.264 euro -con una variazione di 551.143.264 euro- cui si aggiungono 2.379.114.521 euro a titolo di sovrapprezzo. Le 45.980.912 azioni ordinarie Cdp di nuova emissione sono state sottoscritte e liberate dal Mef.
Per effetto dell’operazione, la partecipazione del ministero in Cdp passa dall’80,1% all’82,8%.