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editor Fabio Bonacina

27144 news from 8/3/2003

Alla fine, mezzo secolo fa oggi, venne emesso un solo taglio da 40 lire. Ma per Fabio Filzi, Cesare Battisti, Damiano Chiesa e Nazario Sauro il Museo storico della comunicazione conserva altro materiale

Il bozzetto del francobollo emesso
Il bozzetto del francobollo emesso

“Simboleggiano e ricordano alle presenti generazioni eroi che alla Patria dedicarono -in pace come in guerra, nella vita come di fronte alla morte- i loro pensieri più nobili, le energie e la forza del loro ingegno operoso”.

Così termina l’intervento del ministro alla Difesa dell’epoca, Roberto Tremelloni, presente nel bollettino illustrativo riguardante il francobollo da 40 lire che cominciò la sua vita mezzo secolo fa oggi, il 3 novembre 1966. Intendeva ricordare quattro nati in territorio austroungarico ma combattenti da parte italiana morti cinquant’anni prima -quindi durante la Prima guerra mondiale- proponendone i visi. Andando da sinistra a destra, sono Fabio Filzi (20 novembre 1884 - 12 luglio 1916), Cesare Battisti (4 febbraio 1875 - 12 luglio 1916), Damiano Chiesa (24 maggio 1894 - 19 maggio 1916) e Nazario Sauro (20 settembre 1880 - 10 agosto 1916). Sul fondo, in un cielo nuvoloso, si vedono il castello del Buonconsiglio di Trento, dove vennero uccisi i primi tre, e l’interno dell’Arsenale di Pola, con la colonnina eretta nel luogo in cui fu ammazzato il quarto. Alla vignetta operò il reparto artistico dell’allora Istituto poligrafico dello stato.

Il Museo storico della comunicazione di Roma, tuttavia, conserva anche altri bozzetti. Due, uno anonimo e l’altro, probabilmente, di Andreina Grassellini, accolgono i quattro personaggi. Ma si lavorò anche su cartevalori autonome. Una sequenza è della stessa Grassellini, l’altra di Renato Ferrini.

Le alternative che mai furono: un soggetto di cui non è noto l’autore (primo nella fila in alto), i lavori, probabilmente, di Andreina Grassellini (secondo in alto e sequenza centrale), quelli di Renato Ferrini (ultima riga). Tutti i reperti sono conservati al Museo storico della comunicazione di Roma (ministero allo Sviluppo economico)
Le alternative che mai furono: un soggetto di cui non è noto l’autore (primo nella fila in alto), i lavori, probabilmente, di Andreina Grassellini (secondo in alto e sequenza centrale), quelli di Renato Ferrini (ultima riga). Tutti i reperti sono conservati al Museo storico della comunicazione di Roma (ministero allo Sviluppo economico)



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