Oramai è diventato un appuntamento pressoché fisso. Negli ultimi giorni, altri uffici postali sono stati caratterizzati da interventi di street art nel contesto del progetto Poste e artisti insieme nel territorio.
Il 7 dicembre è stato inaugurato il lavoro alla sede di Alba Adriatica (Teramo). Si trova in via Risorgimento 4 ed ha visto agire l’uruguayana Nulo. L’illustratrice e decoratrice ha proposto forme astratte e dinamiche; “sintetizzano e raccontano -viene annotato- il progresso che l’azienda ha avuto negli anni. La tecnologia e l’evoluzione hanno non solo reso più celere il servizio ai cittadini ma anche permesso di mettere sempre più facilmente in comunicazione ogni comune d’Italia con il resto del mondo”. Il murale racconta il cambiamento: il disegno si apre con forme statiche e pesanti che rimandano alla forma del pacco postale; si trasformano per poi schizzare vorticosamente attorno alle finestre diventando segni quasi privi di corpo e materia. Le scelte cromatiche, prevalentemente il giallo e il blu, rammentano i colori istituzionali del centro e della società.
Il 14 è stato il turno del Bari 19, situato in viale Lazio 5/c. In questo caso, le vernici sono state date a Checko’s art. L’immagine “si inspira alla tradizione del francobollo e della lettera intersecata con colori che richiamano Poste italiane”. Vi figurano donne postino (viste in foto d’epoca, ndr), annulli di una volta (fra cui un Bari filatelico impiegato per la “Giornata del francobollo” edizione 1969), la bambina che con un soffio fa nascere e volare degli uccelli, ritenuti “simboli di comunicazione e libertà”. Peccato che siano stati ricoperti i dipinti realizzati dai ragazzi tre anni fa!
Lampedusa (Agrigento) è salita alla ribalta il giorno successivo. Gli sportelli si trovano in piazza Piave 1 ed hanno accolto Astro naut. Visto il luogo, quasi scontato è l’approccio. L’opera, infatti, “vuole rappresentare l’incontro: gli esseri umani come uguali, condividono un piccolo luogo chiamato Terra, che fa parte di un universo infinito”. Da qui l’esigenza di curare ed aiutare chi è nel bisogno. Costituisce una metafora “della necessità di vivere in pace e armonia, senza confini o barriere, annullando le differenze create soltanto dalla mente”.
Dopodomani sarebbe stato il turno del Catania 22 (in viale Nitta 2), ma l’inaugurazione ha subìto un rinvio. Se ne riparlerà, probabilmente, a gennaio, quando altre iniziative inserite nel faldone “Paint” verranno concretizzate.