A Palermo c’è persino una villetta che porta il suo nome. Era il luogo inizialmente scelto dalla sede locale dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia -che ha commissionato la prestazione- quale punto di riferimento per l’annullo speciale atteso domani. In realtà, il manuale verrà impiegato presso la Bottega dei sapori e dei saperi della legalità, curata dall’associazione Libera terra e collocata in piazza Castelnuovo 13; gli addetti saranno al lavoro dalle ore 15.30 alle 20.
L’obliterazione ricorda i settant’anni dalla morte di Nicolò Azoti. Detto “Cola”, venne ferito gravemente a Baucina (Palermo) nell’agguato del 21 dicembre 1946; sarebbe morto due giorni dopo.
L’aggressione -ricorda dalla stessa Anpi lo storico Giuseppe Carlo Marino- fu voluta dai grandi agrari del territorio. Non faceva l’agricoltore, era un ebanista, “anche se sarebbe meglio considerarlo un informale «intellettuale popolare» nutrito da una personale cultura libertario-antifascista, appassionato di musica e di teatro. Aveva dato senso operativo alla sua spiccata vocazione sociale mettendosi, da sindacalista della Cgil, alla testa e al servizio dei contadini” e fondando all’uopo la cooperativa agricola “San Marco”. “Aver concretamente sfidato il fronte agrario-mafioso gli fu fatale. Così, può ben dirsi, egli cadde da anomalo «partigiano» sul terreno di quella specialissima «guerra di liberazione»”.