Alcuni quotidiani di Londra hanno iniziato una propaganda per istituire un francobollo unico da un penny (10 centesimi) per le comunicazioni postali con gli alleati.
Esordiva così una nota pubblicata cento anni fa -quindi nel pieno della Prima guerra mondiale- dal periodico “Il bollettino filatelico”.
“Essi -prosegue l’intervento- notano che se si può spedire una lettera in Australia col francobollo da un penny non c’è ragione perché non si possa spedirla in Francia o in Italia allo stesso prezzo. Ed aggiungono che la diminuzione del costo del francobollo tenderebbe a fare aumentare il numero delle lettere e quindi a favorire più intimi rapporti commerciali e personali fra gli alleati”.
Tali giornali, però, “ignorano, probabilmente, la nostra tariffa postale interna e che occorrono 20 centesimi per mandare una lettera da Napoli a Portici (la cifra fu introdotta nel Capodanno del 1916 ed il 6 gennaio, per agevolare l’utenza, venne emesso il taglio aggiornato sovrastampando il vecchio esemplare da 15, ndr). E sino a quando sarà in vigore tale tariffa come potrà istituirsi la lettera a 10 cent. per l’Australia e la Nuova Zelanda?”.
La domanda rimase senza risposta.