Certo, c’è anche “La grande onda presso la costa di Kanagawa” del 1830-1832, la cui scena è stata ripresa -ad esempio- da San Marino con il francobollo da 1,50 euro del 28 febbraio 2005 volto a raccogliere fondi dopo lo tsunami e dalla Francia per l’1,90 del 16 gennaio 2015. La xilografia policroma di Katsushika Hokusai (1760-1849) è, indubbiamente, tra le opere più importanti della mostra “Hokusai, Hiroshige e Utamaro”, ospitata a Milano presso palazzo Reale ancora fino al 29 gennaio.
Però, a farsi notare è soprattutto il ciclo, risalente al 1848-1849, “Cinquantatré stazioni di posta del Tōkaidō”, questo dovuto a Utagawa Hiroshige (1797-1858). Moltissime sono le serie di illustrazioni dedicate a tale argomento, viene spiegato tra le bacheche. Rappresentano luoghi di ristoro e locande per il pernottamento di persone ed animali, cui si aggiungono negozi dove rifornirsi di ogni bene. Si trovavano lungo la strada capace di collegare la sede dello shogunato (e riferimento amministrativo), Edo, alla capitale imperiale, Kyoto. L’autore “fece la sua fortuna su questo soggetto”, cominciando attorno al 1833. Nelle immagini campeggiano paesaggi magari sotto la pioggia o la neve, ma anche dettagli come ponti, traghetti, guadi, aquiloni, botteghe, case da tè, capanne. E poi portantini, cortei, persone in primo piano, la partenza del daimyō…
Tutto questo, cui si aggiungono i mondi dei sogni e del meraviglioso, sono i temi prediletti dai tre protagonisti, annotano gli organizzatori. Attraverso duecento tra xilografie policrome e libri illustrati provenienti dall’Honolulu museum of art, si propone un viaggio nel loro ambiente artistico ed umano. Sapendo che ancora oggi influenzano Giappone ed Europa, contrapponendo all’etica del samurai il godimento del singolo momento, il piacere, il divertimento in ogni sua forma.
Cinque le sezioni: “Paesaggi e luoghi celebri: Hokusai e Hiroshige”, “Tradizione letteraria e vedute celebri: Hokusai”, “Rivali di «natura»: Hokusai e Hiroshige”, “Utamaro: bellezza e sensualità”, “I manga: Hokusai insegna”. Intendono mettere in luce il mercato specializzato dell’epoca: richiedeva soggetti precisi, luoghi e volti ben noti al pubblico, temi e personaggi alla moda. Una domanda intorno alla quale inevitabilmente nascevano contese, già tra gli editori che desideravano i migliori pittori, incisori e stampatori per dare vita a scene diverse, verticali, orizzontali, in forma di ventaglio, a libro per soddisfare un mercato sempre più esigente ed ampio.