Non è stato un filatelista in senso stretto; quello che più gli interessava era non dimenticare quanto anche lui aveva subìto e farlo ricordare, conoscere agli altri. Per questo scriveva -in particolare, sulla “Voce del Cifr”- ed esponeva non a concorso (le sue collezioni si identificavano subito perché le numerava utilizzando le carte annonarie!). È Felice Pirola, vissuto tra il 1923 ed il 2000.
Una parte di quanto accantonato è stata donata dalla famiglia alla milanese Fondazione memoria della deportazione, che ha provveduto -con l’intervento tecnico di Sonia Gliera- ad ordinarla. In base agli ultimi dati, si compone di 28 buste per 127 fascicoli, coprendo un arco cronologico che va dal 1926 al 2000, ma con antecedenti fin dal 1839.
Egli -viene rammentato- si dedicò alla raccolta di materiali e di missive riguardanti gli internati militari italiani, comprendendo anche francobolli ed annulli postali. Il fondo si compone di lettere, documenti (molti in copia o fotocopia), estratti da pubblicazioni, articoli di periodici, elenchi e studi sulla deportazione, sull’internamento, sui campi di concentramento e sulle singole persone coinvolte. Di particolare interesse è ciò che riguarda appunto i prigionieri; non mancano atti inerenti ai lager in generale, ai campi nei vari Paesi, ai luoghi di tortura e di sterminio istituiti dai nazisti.
Alcuni reperti sono stati prestati al berlinese Centro di documentazione dedicato al lavoro forzato di Schöneweide, dove una mostra permanente è riservata proprio gli Imi.