Una busta per i telegrammi dove, nel tondo destinato al timbro postale, compare la stella a cinque punte, capace di evocare una stagione drammatica ed oramai alle spalle. È raffigurata sulla copertina del libro “Visto censura. Lettere di prigionieri politici in Italia (1975-1986)”.
Il volume -spiegano dalla casa editrice, Bébert- “è aperto da tre saggi introduttivi, che costituiscono una sorta di cassetta degli attrezzi per poter comprendere la complessità del momento storico e della situazione” dietro le sbarre. Consistono in un’introduzione storica, un approfondimento sulle prigioni speciali italiane alla fine degli anni Settanta, un’analisi di come “l’ingresso nel panorama carcerario femminile delle donne che avevano scelto la lotta armata abbia sovvertito l’intero paradigma detentivo”.
Si tratta, in particolare, di settantanove missive spedite da diversi mittenti che aderirono a Brigate rosse o a Prima linea; sono suddivise per sezioni: “Affettività”, “Carcere”, “Politica”, “Documenti”. Raccontano al lettore gli scioperi della fame, le rivolte, le violenze, le riflessioni politiche e i rapporti dentro e fuori le mura dei penitenziari (in particolare di quelli esistenti ad Asinara, Palmi e Voghera). Obiettivo “è dare voce alla complessità e alle contraddizioni dell’esperienza storica della lotta armata”, attraverso un archivio di narrazioni e materiali che ne svelano anche la dimensione personale.
Si aggiunge un glossario: fornisce gli strumenti lessicali per decodificare il contenuto delle corrispondenze, spiegando i termini del gergo carcerario, le definizioni tecnico-giuridiche, le sigle delle organizzazioni attive all’epoca.
Il lavoro conta 300 pagine; la donazione è libera, ma gli artefici consigliano una donazione minima di 21,00 euro, spese postali comprese.