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editor Fabio Bonacina

27140 news from 8/3/2003

Intanto, il Tribunale di Como ha condannato in primo grado due librai per aver creato materiale, fra cui otto lettere, attribuendolo al “Vate”

Non solo i francobolli. Anche le lettere possono essere alterate. L’ultimo caso in materia viene segnalato dal Vittoriale degli italiani, reduce da una vicenda in argomento.

È il novembre del 2011 quando -ricostruiscono da Gardone Riviera (Brescia)- la sede viene contattata da un collezionista per valutare una missiva autografa di Gabriele D’Annunzio acquistata presso la libreria “Il pensatoio” di Albavilla (Como). L’episodio, una volta confermata la non autenticità del documento, ha dato avvio ad un’indagine che si è allargata all’intero catalogo del negozio e ad una serie di reperti in vendita su internet o già in possesso di numerosi collezionisti. Tutte le contraffazioni riscontrate si sono rivelate riconducibili alla medesima azienda.

A fronte di tali e tanti riscontri, nel 2012 il presidente della fondazione, Giordano Bruno Guerri, assistito dallo studio legale De Castiglione, ha presentato una denuncia formale, costituendosi parte civile.

Gli oggetti sequestrati sono una trentina, fra cui otto epistole, apparentemente dirette alla marchesa Luisa Casati Stampa, al militare e politico Costanzo Ciano, al generale Leone Andrea Maggiorotti, al pittore Francesco Paolo Michetti, al fratello dell’irredentista Giovanni Randaccio, alla scrittrice e giornalista Matilde Serao, al presidente della Repubblica argentina e ad un non identificato colonnello. Gli esperti della struttura sono stati incaricati di redigere una relazione su ciascuno articolo, integrata con le perizie eseguite dalla grafologa del Tribunale di Brescia Adele Camardi, dal chimico specializzato nell’analisi degli inchiostri Giovanni Bottiroli, dall’esperto in cimeli e militaria Alessandro Paolini. I quattro referti sono risultati unanimi nella diagnosi: il materiale non era autentico.

Alcuni giorni fa, il 12 settembre, il Tribunale di Como ha emesso la sentenza di primo grado, condannando a quattro anni di reclusione i due librai contraffattori, colpevoli di tutti i capi d’accusa, “attribuendo altissimi danni morali al Vittoriale degli italiani, al ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo e a tutti i collezionisti che si sono dichiarati parte civile”.

“Eravamo certi si trattasse di falsi, e per questo abbiamo agito con la massima determinazione”, ha dichiarato Giordano Bruno Guerri. “La diffusione di autografi non suoi, anche di lettere che sarebbero importanti se fossero vere, finirebbe per falsare la biografia e l’immagine di D’Annunzio, e addirittura la sua poetica. Inoltre un simile commercio danneggia i nostri amici collezionisti, che vogliamo invitare a sottoporci preventivamente i loro acquisti, perché il Vittoriale è l’unica istituzione in grado di garantire l’autenticità dei documenti dannunziani”.

La raccolta farlocca è stata affidata proprio al Vittoriale. Il quale ha deciso di aprire, nei prossimi mesi, una nuova mostra permanente. Sarà chiamata “Gabbriele Dannuncio” (sic!) ed esporrà, oltre agli articoli sequestrati in questa occasione, simulazioni di più antica data in possesso della fondazione, compresi quelli realizzati dal figlio Gabriellino.

Uno dei reperti dichiarati falsi il 12 settembre. È la presunta lettera di Gabriele D’Annunzio al generale Leone Andrea Maggiorotti
Uno dei reperti dichiarati falsi il 12 settembre. È la presunta lettera di Gabriele D’Annunzio al generale Leone Andrea Maggiorotti



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