“Ci piace moltissimo l’idea della rinascita del fondaco, che è sicuramente un caso paradigmatico nell’evoluzione che sta interessando i luoghi del retail”.
Così viene spiegato a “Vaccari news” per conto del marchio che, al fondaco dei Tedeschi di Venezia, gestisce la struttura, vale a dire il gruppo di Hong Kong Duty free shoppers. Per decenni e fino al 2010, l’immobile ha ospitato le Poste centrali, di cui tuttora conserva alcune vestigia (news precedente). Adesso è tornato alle origini, vale a dire essere un centro commerciale.
A proposito, quant’è rimasto dei vecchi bottegai? Uno studio di Ferdy Hermes Barbon indica l’esistenza di nomi e simboli incisi. Sono visibili, sono valorizzati? “Lungo le gallerie -viene risposto- è ancora possibile trovare i segni legati all’antico commercio, incisi nella pietra d’Istria delle colonne e delle balaustre; si riferiscono ad alcune famiglie mercantili. Altri costituiscono rappresentazioni del gioco «tria», svolto dai commercianti. I segni sono conservati nella loro condizione originale”.
Oltre alle aree riservate ai grandi marchi ed alle vendite, c’è di più. “L’unicità sta nell’offrire esperienze aperte ai viaggiatori e ai veneziani e nella capacità di stringere sinergie con le più importanti realtà locali (ca’ Foscari e Veneto jazz per citarne un paio)”. Ad esempio, fino al 27 novembre lo spazio al quarto piano dedicato ad eventi ed installazioni propone l’opera “Waterbones” dell’artista Loris Cecchini. Senza dimenticare la terrazza panoramica, che offre una visione eccezionale sulla città!