Con il 6 novembre, Poste italiane (che l’altro giorno Standard & Poor’s ha “promosso” da “A-3” ad “A-2” nel breve termine e da “BBB-” a “BBB” nel lungo con previsioni stabili) introdurrà il recapito a giorni alterni in altri cinquecento comuni, distribuiti in dodici regioni. Così annunciano da Bolzano e parecchi giornali di cronaca locale confermano il problema nel territorio di riferimento. Mentre l’operatore evita di dare al pubblico un quadro aggiornato e completo della situazione.
Il taglio -proseguono dalla Provincia autonoma- avrebbe coinvolto anche ventisei centri delle valli Pusteria e Badia, ma tale specifica misura non sarà attuata. È stata superata grazie all’accordo che la stessa Provincia ha raggiunto in aprile con la società diretta da Matteo Del Fante e che prevede, tra l’altro, la consegna quotidiana e quella aggiuntiva al sabato dei prodotti editoriali. “È garantita la continuità del servizio senza limitazioni”, ha spiegato il presidente Arno Kompatscher, questo perché l’Ente “mette a disposizione risorse finanziarie che saranno corrisposte in base ai servizi effettivamente garantiti dall’azienda”. Prevista, inoltre, l’assunzione di venticinque portalettere; ulteriori addetti (circa venti) saranno coinvolti in vista dell’apertura del nuovo centro di distribuzione presente nel capoluogo, la cui entrata in esercizio è contemplata per l’aprile 2018.
Intanto, si muove pure Trento. Il presidente della relativa Provincia autonoma, Ugo Rossi, ha confermato la volontà di assicurare in montagna i supporti essenziali come quello postale. “Puntiamo in tal senso a convertire una quota di lavori socialmente utili in servizi al territorio”, ha precisato. “Questo comporterà una crescita della spesa corrente, ma si tratterà di servizi che si potranno considerare un investimento”.