Una questione tecnica ma spinosa, originata ogni volta che in una cassetta della posta si individua un invio che il mittente pensa di aver affidato ad un’azienda (alla quale ha pagato il servizio) ma ha utilizzato il contenitore di un’altra. Per sbadataggine o non conoscenza, basti pensare alle cartoline dei turisti. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni già si è occupata della faccenda, ma ora ha deciso di integrare la delibera 621 del 2015, intitolata “Condizioni giuridiche ed economiche di restituzione degli invii affidati ad altri operatori e rinvenuti nella rete di Poste italiane”. Per questo è stata avviata una consultazione. Con la 384 di quest’anno, l’Agcom ha rilevato che il fenomeno dei plichi il cui trasporto è stato pagato ad operatori terzi e rinvenuti nella rete di Poste italiane “dovrebbe essere quantitativamente contenuto in quanto deriva principalmente dall’errata postalizzazione degli invii da parte dei clienti di altri operatori e, comunque, dovrebbe essere destinato a ridursi nel tempo”, man mano che i vari interlocutori perfezionano il sistema d’informazione alla clientela e le modalità di invio. “Una percentuale di rinvenimenti elevata è, invece, sintomo di inefficienze nei sistemi di informazione alla clientela o di carenze infrastrutturali della rete di raccolta degli operatori alternativi”. Al fine di evitare un calo nella fiducia degli utenti in ordine alla certezza e regolarità degli invii, l’Autorità ha deciso di disciplinare il fenomeno integrando la 621 con la previsione di una soglia della percentuale dei volumi rinvenuti, rispetto a quelli totali, superata la quale l’operatore è tenuto a negoziare l’accesso alla rete di raccolta di Poste. Il termine di conclusione del procedimento è di centoventi giorni. Entro trenta gli interessati potranno inviare le proprie osservazioni; seguirà la pubblicazione di uno schema di provvedimento sul quale gli stessi avranno la possibilità di formulare note.
Invii in buca: meno del previsto gli errori
07 Nov 2017 14:46 - NEWS FROM ITALY
Secondo l’Agcom, il fenomeno per il quale un mittente sbaglia a spedire la posta è destinato a ridursi e comunque parte della responsabilità è degli operatori privati. Da qui il ripensamento