Chi meglio di Comieco -ossia del Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica- può raccontare la carta? Ed ecco il volume, edito internamente, “Storie di carta” che, nel contesto di “Bookcity 2017”, verrà presentato a Milano, domani alle ore 18, presso la Kasa dei libri (si trova in largo De Benedetti 4).
È un’antologia di oltre centotrenta brevi racconti firmati da autori non professionisti; come filo conduttore -viene approfondito- hanno un pezzo di carta, un materiale semplice e capace di trasformarsi in oggetto unico e prezioso, perché custode di emozioni e momenti che hanno segnato l’esistenza. La sequenza è organizzata in base al supporto impiegato: lettere, biglietti, disegni, documenti, libri e quaderni. Conta 200 pagine (17,00 euro) e sarà disponibile dal mese prossimo.
Una ventina di missive provengono da una scuola della metropoli lombarda. “Le pubblichiamo perché parlano del futuro; i più piccoli hanno uno sguardo diverso, sanno sempre vedere le cose con ironia e hanno già chiaro quali storie di carta rimarranno con loro”, commenta il curatore, Andrea Kerbaker. “Fantasticano e sognano di loro da grandi: c’è chi sarà campione di calcio e conserverà con cura il documento della prima convocazione, chi abiterà in un paese lontano e una fotografia gli ricorderà l’Italia dell’infanzia, oppure ancora chi cambierà vita grazie a un biglietto della tombola molto fortunato, talmente fortunato che gli permetterà di aprire un ristorante. Insomma, sembra proprio che i nostri bambini abbiamo già chiaro nella mente che le notizie più importanti per ognuno di noi passano attraverso la carta, biglietti, fotografie e documenti, che conserveremo poi per tutta la vita”.
“Nel collage di racconti che abbiamo raccolto, scopriamo il lato «caldo» della carta, quello che va oltre il suo valore sostenibile o economico”, annota il direttore generale di Comieco, Carlo Montalbetti. “La carta, più di ogni altro mezzo di comunicazione, è il veicolo delle memorie e delle emozioni che fanno parte della storia di ognuno e che non potremmo far altro che conservare”.