Come si svolgeva il trasporto della corrispondenza nel XVI secolo? Un documento del 1506 registra i tempi e le modalità di percorrenza; riporta inoltre i nomi dei corrieri che si alternavano per coprire le varie tratte del percorso. Il messaggio andava da Malines a Innsbruck: gli addetti si spostavano giorno e notte, dandosi il cambio alle stazioni di posta e registrando data e ora nella quale si passavano la bolgetta contenente la missiva. L’organizzazione del trasporto era curata da Francesco Tasso…
Ed è proprio l’imprenditore, morto cinque secoli fa e ricordato con un francobollo settimana scorsa nella sua Cornello, il protagonista dell’ultimo lavoro di Tarcisio Bottani, “Francesco Tasso e la nascita delle Poste d’Europa nel Rinascimento”.
In 232 pagine “A4” con immagini a colori e testo anche in inglese (25,00 euro), ne racconta la vita (almeno per quello che se ne sa) e soprattutto il lavoro, suo e dei congiunti, quella famiglia che costruì una rete capace di collegare, sotto il segno degli Asburgo, il Vecchio continente. Rimanendo operativa fino al 1867, quando Otto von Bismarck statalizzò i servizi residui.
“Non si trattava -annota in apertura del volume il direttore del Museo dei Tasso e della storia postale (la struttura ha coperto il ruolo di editore), Adriano Cattani- solamente di consegnare le lettere tra un capo e l’altro dell’Europa, già di per sé un grande risultato, ma anche di creare una rete di trasporto di merci e di passeggeri veloce, tenuto conto naturalmente dei canoni dell’epoca, sicura e puntuale nel rispetto degli orari e dei percorsi”.
Largo spazio è dedicato alla riproduzione dei documenti “sui quali si costruì la fortuna” della stirpe; sono segnalate, inoltre, le tracce presenti oggi nel territorio, dai palazzi alla cappella votiva, nonché rappresentate le cartevalori note che citano il patriarca.