La curiosa vicenda dell’esclusività del termine “francobollo” fa intervenire anche il presidente dell’Accademia italiana di filatelia e storia postale aprendo il nuovo numero, il sedicesimo riferito all’attuale serie, del semestrale “Storie di posta”. La legge -annota Franco Filanci, aggiungendo un punto di domanda alla sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Lazio- “vieta infatti di registrare, depositare o comunque brevettare vocaboli di uso comune, presenti come tali nei dizionari: arriveremmo a degli assurdi se qualcuno potesse brevettare termini come Bibbia, mela o mutande pretendendo royalties da parte di chi ne fa uso”.
Le 112 pagine di formato “A4” con immagini a colori offrono al solito diversi approfondimenti, fra cui quelli riguardanti i falsi De La Rue (firmato ancora da Filanci, questa volta con John Davies e Roy Dehn), le fantasie dentellate di Donald Evans (Maurizio Bulegato), il postiglione Gaetano De Zorzi (Lorenzo Carra), la Somalia esaminata dal bozzettista Corrado Mancioli (Riccardo Bodo e Luca Romanini), il telegrafo elettrico in Sicilia (Valter Astolfi). Tra le rubriche, “Novità di posta”, curata da Danilo Bogoni.
Il periodico, edito dall’Unificato, è commercializzato a 18,00 euro.