Non poteva mancare l’Eire, tra i Paesi più affezionati al soggetto. E, puntuale, questo è stato interpretato l’8 febbraio, per la dodicesima volta consecutiva.
È il francobollo “Love”, dedicato principalmente ad innamorati e nubendi in vista del giorno di san Valentino. Autoadesivo ed in libretti da dieci, porta una vistosa illustrazione a cuore realizzata da Liz Rackard, mentre il resto del lavoro è dovuto a Design Hq. Manca il valore nominale, sostituito dalla lettera “N”; indica che serve per il corriere nazionale. Comunque, è venduto a 1,00 euro.
Ogni anno -snocciolano dagli sportelli- per la ricorrenza vengono scambiati circa 150 milioni di invii, attuale stato di una tradizione che risale al XVIII secolo. Le prime “valentine” erano, ovviamente, fatte a mano, mancando una produzione specifica; magari i biglietti comprendevano fiori e nodi d’amore, talvolta enigmi e poesie. Poi venivano infilati discretamente sotto la porta (o legati alla maniglia), dietro la quale vi era il destinatario. Il reperto più antico che si conosca risale al 1797, caratterizzato da vegetali e Cupido; l’industria specializzata decollò in epoca vittoriana (fine).