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editor Fabio Bonacina

27266 news from 8/3/2003

I cataloghi riguardanti la Germania repertoriano dei francobolli che risalgono al 1912. Ma gli specialisti li ritengono semi ufficiali, se non addirittura delle semplici vignette

Uno dei tagli tedeschi del 1912
Uno dei tagli tedeschi del 1912

Secondo gli Stati Uniti, il primo servizio di posta aerea programmato al mondo venne avviato tra Washington, Filadelfia e New York il 15 maggio 1918. Da qui, oggi, l’emissione del commemorativo segnalato nella notizia precedente.

Il discorso, quindi, non intacca il record italiano del primo francobollo specifico, il 25 centesimi risalente al 20 maggio 1917, dedicato all’esperimento Torino-Roma e ritorno. Cui poi, il 27 giugno, si sarebbe sommato il 25 per il trasporto in idrovolante tra Napoli e Palermo, sempre nei due sensi.

E, allora, i dentelli tedeschi del 1912, emessi tra il 10 ed il 17 giugno in tre tagli da 10, 20 e 30 pfennig, riportati dai cataloghi? Propongono un uccello, irradiato dal sole, che mostra nel becco una busta; il testo della cornice cita la prima posta aerea tedesca sul Reno. Sono repertoriati pure sovrastampati “Gelber hund” (1 marco su 10 centesimi, disponibile dallo stesso 10 giugno) e “E.El.P.” (per “Ex est luftpost”, 10 e 20 centesimi disponibili dal 22 del mese).

“Il primo francobollo di posta aerea tedesco fu emesso nell’ottobre del 1919”, spiega per i lettori di “Vaccari news” lo specialista Fiorenzo Longhi. “Nel 1912 erano stati usati questi semi ufficiali per affrancare cartoline o lettere dei voli sul Reno e sul Meno col velivolo «Gelber hund» o col dirigibile Zeppellin «10 Schwaben»”. Attraverso tali esemplari, “si pagava il trasporto aereo, mentre per il recapito a destinazione si dovevano utilizzare gli ordinari dell’Impero Germanico”. Insomma, i tagli aerei italiani del 1917, “venduti dalle Poste, sono riconosciuti da tutti come i primi ufficialmente emessi nel mondo, mentre quelli tedeschi vengono considerati francobolli semi-ufficiali se non, da alcuni autori, delle vignette” (fine).




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