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editor Fabio Bonacina

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La città che porta il nome del suo fondatore, il console Marco Emilio Lepido, le dedica una mostra, intitolata “On the road”. Vi è spazio per il servizio postale d’epoca romana

Fino all’1 luglio a Reggio Emilia
Fino all’1 luglio a Reggio Emilia

Una strada raccontata in tutti i suoi aspetti. È la mostra “On the road. Via Emilia 187 a.C.-2017”, che è possibile visitare, fino all’1 luglio, presso il palazzo dei Musei a Reggio Emilia (si aggiungono due sedi minori).

Il percorso presenta l’arteria impostata circa duemiladuecento anni fa congiungendo Piacenza e Rimini dal console Marco Emilio Lepido; valorizza inoltre lo stesso personaggio, il cui nome è perpetuato in quello della città. Diventa l’occasione -viene spiegato- per riflettere sull’infrastruttura “dalla fondazione ad oggi attraverso un allestimento di taglio spiccatamente contemporaneo, tra videoinstallazioni e «storytelling» affidato ai protagonisti della storia romana filtrati dall’immaginario dei film «peplum»”. Curata da Luigi Malnati, Roberto Macellari ed Italo Rota, propone complessivamente quattrocento opere; da notare l’adattamento della segnaletica.

Percorrendo l’itinerario, ecco la grande teca in cui è affrontato il tema “Trasporti e servizi postali lungo le strade dell’Impero”. “A partire dalla media età imperiale in Italia è attestata l’esistenza di «curatores» preposti alle principali strade della rete viaria”, vi si legge. “Oltre alla «cura viarum»”, lo Stato garantiva “il servizio pubblico di trasporto della posta di persone e di merci, il cosiddetto «cursus pubblicus», anch’esso riorganizzato e reso più efficiente durante il principato da Augusto. L’invio della corrispondenza della pubblica amministrazione e dell’esercito era affidato a dei corrieri («tabellarii»)”, che conservavano i documenti “in una grande borsa di cuoio legata alla sella («averta»); essi si spostavano celermente a cavallo e si davano il cambio presso apposite stazioni di posta («mansiones»), alcune delle quali avevano a disposizione il servizio di cambio dei cavalli («mutationes»)”. Un sarcofago propone l’arrivo proprio ad una “mansio”, ma più curiosa è la selezione degli altri reperti presentati, che spaziano tra modelli di carrozze, oggetti di utilità o decorativi impiegati nei carri, la bicentenaria draisina, un distributore di carburante d’antan, pattini a rotelle e skateboard.

Lungo l’esposizione si parla, ad esempio, delle locande: significativa la testimonianza rilasciata dalla proprietaria di quella esistente all’ottavo miglio, Cornelia Melapione.

L’ampia bacheca con i richiami al sistema dei trasporti e delle comunicazioni
L’ampia bacheca con i richiami al sistema dei trasporti e delle comunicazioni



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