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editor Fabio Bonacina

27236 news from 8/3/2003

Questi particolari codici, ideati nel 1905, periodicamente ritornano in auge. Ora figurano associati agli armadietti puntoposte. L’intervista all’esperto

Mario Pozzati
Mario Pozzati

Un po’ come l’araba fenice, i frazionari periodicamente… risorgono: l’ultimo caso annotato è la loro associazione agli armadietti puntoposte, introdotti per facilitare il recapito dei pacchi nati dal commercio elettronico. Risorgono, anche se magari risultano in pochi coloro che ne conoscono la storia. Fra questi vi è Mario Pozzati, che ha accettato di raccontarla ai lettori di “Vaccari news”.

“Mi hanno sempre incuriosito -ammette nell’intervista- le storie delle persone e degli eventi che le hanno coinvolte, ed anche in ambito collezionistico ho travasato questa curiosità. Se guardo un francobollo o un timbro, mi interessa prima di tutto sapere perché è stato fatto, perché sono state scelte quelle caratteristiche di colore e di forma, quando e dove è stato usato, e soprattutto da chi... Solo in secondo luogo mi può interessare averlo fisicamente ma, se non ne conosco le storie che racchiude, perde molto del suo fascino... Per me un 25 lire della «Siracusana» è interessante tanto quanto un 5 lire dalla «Manzoni» e, visto il tempo per cui è stato in uso, forse anche di più... A questo punto divengono fondamentali gli aspetti politici, di costume e tecnici, nonché i collegamenti fra essi e fra le persone coinvolte... Del resto la posta cos’è, se non una grande rete di collegamenti?”.

Parliamo del frazionario: quando venne introdotto? A cosa serviva? “La struttura di questo codice matricolare è una frazione (da cui il nome); reca in alto un numero che individua la provincia e poi un secondo che precisa l’ufficio nell’ambito di quella provincia. Ad esempio l’ufficio postale di Codigoro ha frazionario 24/21; è infatti il ventunesimo ufficio -Codigoro- della ventiquattresima provincia, cioè Ferrara”.

“La sua nascita risale agli inizi del Novecento: il 28 maggio 1905 venne nominata una commissione di studio sull’ordinamento e la pratica delle Casse di risparmio e questa commissione, tra le altre cose, studiò come repertoriare gli uffici postali per evitare gli errori dovuti alle omonimie o comunque ai nomi simili. A questo proposito, voglio ricordare un fatto che noi spesso trascuriamo: all’epoca, tutti i documenti venivano redatti a mano in corsivo, e sbagliare a leggere una lettera era facile; ora, dopo decenni di macchine da scrivere prima e computer dopo, è facile dimenticare questo particolare…”.

“La soluzione venne pensata attribuendo, ad ogni ufficio che poteva tenere una contabilità, il numero scritto sotto forma di frazione. Per far ciò, le province vennero contrassegnate in ordine alfabetico (da 1 a 69, in quanto all’epoca mancavano il Trentino, la Venezia Giulia, Zara e le restanti province costituite dagli anni Venti in poi), tenendo il 70 per gli uffici all’estero, il 71, il 72 ed il 73 per le navi, i consolati e forse qualcos’altro (queste notizie sono in parte ancora dubbie). Gli uffici, cioè la seconda parte della frazione, vennero anch’essi numerati progressivamente in ordine alfabetico” (continua).

Il frazionario di Codigoro (Ferrara), 24/21, visualizzato in una “tp label”, diventa 24021
Il frazionario di Codigoro (Ferrara), 24/21, visualizzato in una “tp label”, diventa 24021



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