Mentre il sito di Poste italiane ha aggiunto di recente una pagina, per ora vuota, dedicata alle vendite edilizie, l’occhio cade sugli ultimi cantieri delle sedi monumentali. Un impegno importante, non solo dal punto di vista finanziario, ma anche di immagine. Ed è un peccato che il gruppo -perché talvolta entra in gioco la controllata Europa gestioni immobiliari- non valorizzi tali sforzi.
Un caso in essere è il Massa Centro, sito in viale Chiesa 23, dove gli interventi si sono concentrati in particolare a protezione dell’entrata: già nel passato il fabbricato aveva registrato dei crolli ai rivestimenti.
L’ingresso, elevato da pochi gradini rispetto al piano stradale, è caratterizzato tra l’altro dal pilastro portabandiera (un tempo erano due e vennero ideati anche per illuminare l’area). Realizzato dal “solito” architetto ingegnere, il palazzo venne inaugurato il 13 novembre 1933. Rappresenta -annota Salvador Righi nel libro dedicatogli “Angiolo Mazzoni in Toscana”- “un buon connubio fra tradizionalismo ed esperimenti modernisti, disseminati in maniera saggia e intelligente”. Due gli elementi principali che caratterizzano il complesso: la torre all’esterno ed il salone -oggi scomparso- riservato al pubblico, “dal valore monumentale viste le decorazioni e il soffitto a volta a botte”.
Tre i piani dell’edificio, scriveva “Il telegrafo” alla vigilia della cerimonia di apertura. Al rialzato vi erano gli sportelli, al primo gli uffici amministrativi e la direzione provinciale, al secondo i servizi telegrafici. Le coperture esterne sono in paramento di mattoni rossi e le cornici in cotto, mentre i marmi risultano locali. La costruzione, arredamenti compresi, costò due milioni di lire. Nel 1958 venne ampliata sul retro ai danni dell’autorimessa esistente; cinque anni dopo fu ristrutturata, spostando l’area per gli utenti (continua).