La faccenda sembrava chiusa con la circolare 43 firmata il 5 ottobre 2017 dal direttore generale degli archivi, Gino Famiglietti. Cioè con l’allora ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Ma così non è stato, ed un problema si affaccia all’orizzonte dei collezionisti di oggetti storici.
È sorto con il disegno di legge 882 “Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale”, presentato alla Camera dei deputati dall’ex responsabile dello stesso Mibact Dario Franceschini e da Andrea Orlando (già ministro alla Giustizia), entrambi del Partito democratico. Il testo è stato approvato il 18 ottobre e poi è passato al Senato che dovrà esaminarlo.
Riconoscendo condivisibili gli obiettivi di fondo (cioè la lotta ai trafficanti d’arte e di reperti archeologici), resta l’approccio generico al concetto di bene culturale. L’esempio clamoroso, appunto, è il materiale cartaceo legittimamente scartato dagli uffici pubblici e finito sul mercato. Davanti ad un contenzioso e prima che l’eventuale giudice si esprima, potrebbe non solo avvenire il sequestro dell’oggetto (dal dipinto trecentesco alla circolare di settant’anni fa), ma l’interessato potrebbe incorrere in conseguenze a carattere penale, anche pesanti.
Il provvedimento, nel caso venisse approvato così com’è, modifica leggi in vigore, in particolare il Codice penale. Qui viene introdotto il titolo VIII-bis, “Dei delitti contro il patrimonio culturale”, diciannove articoli che trattano situazioni come il furto, la ricettazione, il riciclaggio, la falsificazione in scrittura privata, le violazioni in materia di alienazione, l’importazione e l’esportazione illecite, la distruzione e la devastazione, il traffico illecito, la confisca (continua).