“Si chiamano Poste italiane, ma c’è tutto anche per chi non è italiano”. È con tale slogan, accompagnato da immagini già impiegate nel passato, che la società guidata da Massimo Sarmi presenta (però con testo in italiano) lo sportello amico, un supporto “studiato e organizzato per semplificare i rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione”.
I punti di riferimento, caratterizzati da un particolare volto stilizzato, sono 5.740. Tra le funzioni che assicurano vi sono: gestire la documentazione per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno e del passaporto, aprire un conto bancoposta o un libretto di risparmio, richiedere la carta prepagata “Postepay”, acquistare schede telefoniche internazionali, spedire pacchi e inviare soldi all’estero attraverso Moneygram. Senza dimenticare informazioni su mutui e prestiti, questi ultimi oggetto di un’altra, recentissima, campagna promozionale specifica, caratterizzata dal motto “Ne puoi prendere anche 30.000”.
Il business è registrato pure nei Paesi di provenienza degli espatriati, come testimonia “Baltictimes”. “Il grande numero di emigranti dalla Lituania che lavorano all’estero -spiega la testata- è responsabile di un boom nel servizio postale, come ha confermato Lietuvos pastas”, ossia l’operatore locale. “Da quando la Lituania è diventata membro dell’Unione Europea, l’ammontare di lettere, cartoline e piccoli pacchi è aumentato enormemente. Buona parte del traffico giunge da Regno Unito, Eire e Spagna, dove la maggior parte degli emigrati lituani vive e lavora”. Alla fine del 2006 il flusso originato in Lituania e diretto nel Regno Unito, ad esempio, è aumentato di oltre il 220% e rappresenta più di un quarto dell’intera corrispondenza che varca il confine. Anche nel senso contrario il movimento segna un +25%. L’anno scorso, l’interscambio dei pacchi con l’Eire è cresciuto del 39% in uscita dal Paese baltico e del 18% in entrata. Il traffico Spagna-Lituania, infine, dal 2004 è migliorato di 23 volte; il percorso opposto di “appena” il 26%.