Non solo ici, possibili intese e toto-candidature: il dibattito che precede le elezioni si arricchisce di un ulteriore tema, quello della privatizzazione di Poste italiane.
Sull’argomento interviene l’Istituto Bruno Leoni, il quale nota come “la prese di posizione di due importanti esponenti del centro-destra (Gianni Alemanno) e del centro-sinistra (Linda Lanzillotta)”, riguardanti l’ingresso sul mercato della società, “allontana per un attimo il confronto politico dai toni vaghi e demagogici dei due programmi, individuando invece un obiettivo limitato ma concreto”.
Secondo il direttore generale della struttura, Alberto Mingardi, le dichiarazioni “sono da sottoscrivere in pieno, dato anche che nell’indice delle liberalizzazioni 2007 redatto dal nostro Istituto il settore del recapito postale è proprio quello in cui l’Italia ottiene il risultato peggiore, a causa della presenza del monopolista pubblico”.
Se si privatizzasse, “si metterebbe in moto quella trasformazione verso la concorrenza e il mercato di cui l’Italia ha tanto bisogno. Sarebbe quindi utile che i maggiori candidati alla guida del Paese, a partire da Silvio Berlusconi e Walter Veltroni, si pronunciassero già ora come hanno meritoriamente fatto gli onorevoli Alemanno e Lanzillotta”.
Nato nel 2003 sul modello dei “think tank” anglosassoni, l’Istituto “vuole rappresentare un pungolo ed una risorsa per la classe politica, stimolando nel contempo una maggiore attenzione e consapevolezza dei privati cittadini verso tutte le questioni che attengono le politiche pubbliche e il ruolo dello Stato nell’economia”.