Tre giorni, a partire da oggi, in cui tutto il pianeta guarderà Roma, dove si è aperta la Conferenza sulla sicurezza alimentare mondiale. L’obiettivo è cercare una difficile intesa su come dare una risposta alla parte del pianeta che chiede più cibo e più acqua. Obiettivo difficile, specie considerando il cambiamento del clima, le speculazioni finanziarie, la volontà dei Paesi sviluppati a non compiere rinunce e le maggiori richieste che provengono dalle realtà emergenti.
L’attenzione, in questo momento, si starebbe concentrando su alcuni aspetti, come la scelta di trascurare le colture destinate all’alimentazione, dirottando i terreni ai più convenienti biocarburanti. Un fenomeno scoppiato negli ultimi tempi, ma che già veniva promosso oltre un quarto di secolo fa. Lo testimoniano, ad esempio, i francobolli firmati da Brasile (3,20 cruzeiro uscito il 2 gennaio 1980) e Argentina (2.000 pesos del 7 agosto 1982) che promuovono l’alcol, ricavato attraverso la canna da zucchero, come fonte energetica alternativa.
Un altro elemento di discussione è l’aumento nei prezzi delle materie prime agricole, soprattutto grano e riso. Le società industriali e postindustrali stanno infatti perdendo di vista queste fondamentali risorse, che in tempi non troppo antichi costituivano una vera e propria misura a carattere economico. Il caso postale più eclatante arriva dal Vietnam del Nord, all’epoca in guerra contro il Sud. Per sottolineare la mobilitazione generale, nel luglio del 1953 quattro esemplari di servizio citano la piantagione del riso, tra gli ambiti produttivi più importanti. Le cartevalori non sono espresse nella normale valuta ma in chili di riso; per la precisione i tagli valgono 6 etti oppure 1, 2 e 5 chili. L’esperimento proseguì l’anno successivo, quando nell’ottobre un commemorativo per la vittoria di Dien Bien Phu equivaleva a 6 etti.
Decine, tra cui l’iraniano Mahmoud Ahmadinejad, i capi di Stato e di Governo che parteciperanno al vertice romano.