La crisi economica o mosse strategiche in vista della liberalizzazione annunciata fra due anni (anche se, proprio in questi giorni, alcune rappresentanze sindacali dell’Europa Orientale hanno chiesto una riflessione sulle scadenze)?
Difficile dirlo, o meglio: la situazione finanziaria ha offerto ulteriori motivi per spingere in avanti progetti magari già avviati.
La Francia, ad esempio, ha varato una serie di importanti investimenti che coinvolgono anche il settore postale, mentre in Germania Deutsche bank, attraverso le Poste nazionali (che in ottobre sono state costrette a rivedere i conti sugli utili), ha deciso di entrare nel Bancoposta nazionale.
L’ultima grande mossa è stata formalizzata oggi: Danimarca (attraverso il ministero dei Trasporti) e Svezia (dicastero ad Impresa, energia e comunicazioni) hanno firmato l’accordo per avviare la fusione tra i due operatori postali di bandiera, Post Danmark a/s e Postens ab. Ora il progetto dovrà essere esaminato dalle autorità che regolano il mercato.
Il nome -viene precisato a “Vaccari news”- non è stato ancora scelto. La nuova struttura avrà un giro di affari pari a 45 miliardi di corone svedesi e oltre 50mila addetti. Verrà controllata dallo Stato svedese per il 60%, mentre il resto rimarrà alla controparte, cioè lo Stato danese. Un regime paritario, invece, regolerà il sistema di voto.
L’obiettivo dichiarato è mantenere la qualità del servizio in entrambi i Paesi; allo stesso tempo, si vogliono consolidare le posizioni oltre confine, iniziando dal resto della regione scandinava.