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editor Fabio Bonacina

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La mostra, dedicata all’artista di origine torinese, è ospitata al Madre fino all’11 maggio

L'ironico autoritratto in bronzo di Alighiero Boetti
L'ironico autoritratto in bronzo di Alighiero Boetti

Tre esemplari del francobollo afgano emesso il 16 ottobre 1969 per la Luna crescente rossa nazionale, combinati insieme otto volte e conservati su altrettanti plichi spediti in Italia. Oppure le diciotto buste con le lunghe sequenze dei tagli dell’ordinaria etiope uscita il 5 novembre 1973, in cui l’imperatore Hailè Selassiè è sistemato correttamente o rovesciato.

Sono due delle opere postali, intitolate rispettivamente “Otto lettere dall’Afghanistan” e “Codice: Eritrea libera”, realizzate da Alighiero Boetti (1940-1994). “Ho usato -diceva l’autore- i francobolli per i loro colori, come un artista utilizza un pennello o le matite... C’è un’importante relazione tra la busta e il suo contenuto. L’esterno della busta costituisce l’ordine, l’ordine imposto dai francobolli e dal francobollo mobile all’interno del sistema. Il disordine... è rappresentato dal suo contenuto”.

Le opere fanno parte della mostra “Alighiero & Boetti. Mettere all’arte il mondo 1993-1962”, ospitata fino all’11 maggio al Museo Madre di Napoli, in via Settembrini 79.

L’iniziativa -spiegano gli organizzatori- illustra il metodo creativo di Alighiero Boetti, “un artista «singolare» che nel tempo è riuscito a diventare «plurale», cambiando nel 1972 il proprio nome in Alighiero & Boetti. Torinese d’origine, è stato tra i più importanti esponenti del movimento Arte povera e dell’Arte concettuale”. Nel corso della sua vita si è avvicinato a molteplici discipline, “dalla musica alla matematica, dalla filosofia all’esoterismo, dalle culture africane a quelle del Medio ed Estremo Oriente, verso le quali compie molti dei suoi viaggi”.

Sue, ad esempio, sono le “Mappe”, carte planetarie dove ogni Paese è rappresentato nei colori della bandiera nazionale. È un altro elemento che richiama il nomadismo culturale ed esistenziale, con quell’attenzione ai dettagli valorizzata nelle composizioni a tema postale. Dove i francobolli -scrive nel catalogo il curatore Achille Bonito Oliva- “diventano nelle loro combinazioni tasselli di un mosaico che vuole affermare sempre e tutto sommato il tema della bellezza”.

Il lavoro “Otto lettere dall'Afghanistan”
Il lavoro “Otto lettere dall'Afghanistan”



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