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editor Fabio Bonacina

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Con il Dpef il Governo ribadisce la volontà di diminuire la presenza in Poste e Ipzs, ma “al verificarsi di date condizioni”

Il Governo ha approvato il Dpef
Il Governo ha approvato il Dpef

“Persiste una fase di stasi nel processo di privatizzazione delle società partecipate dal ministero dell’Economia e delle finanze”. Ad ammetterlo è lo stesso dicastero, che ieri ha sottoposto al Consiglio dei ministri il “Documento di programmazione economico-finanziaria 2010-2013”.

Mentre sulle società quotate in borsa, Enel, Eni e Finmeccanica, “lo Stato intende mantenere l’attuale quota di controllo al fine di presidiare settori strategici per il Paese”, in altri ambiti “è intenzione del Governo proseguire nel percorso di privatizzazione, quale strumento che potrà comunque contribuire -sebbene in misura certamente inferiore rispetto al fenomeno registrato negli anni Novanta- a una riduzione del debito pubblico”.

In tale frangente, “nel corso dei prossimi anni, al verificarsi di date condizioni (superamento di vincoli normativi, adozione di piani di ristrutturazione industriale, definizione di un adeguato quadro regolatorio) potrebbero realizzarsi operazioni di cessione di quote di partecipazione in Poste italiane e del capitale dell’Istituto poligrafico e zecca dello stato”.

Il Dpef, poi approvato, definisce lo schema per il prossimo quadriennio; indica “i parametri economici essenziali, in particolare quelli relativi allo sviluppo del reddito e dell’occupazione, e le previsioni tendenziali, gli obiettivi di finanza pubblica”.

Nell'ambito del capitolo riguardante le privatizzazioni, si parla anche di Poste italiane e Istituto poligrafico e zecca dello stato (nella foto, il nuovo impianto Ipzs in costruzione sulla Salaria)
Nell'ambito del capitolo riguardante le privatizzazioni, si parla anche di Poste italiane e Istituto poligrafico e zecca dello stato (nella foto, il nuovo impianto Ipzs in costruzione sulla Salaria)



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