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editor Fabio Bonacina

27253 news from 8/3/2003

In un continuo cambio di piani, tra oggetti ed animali veri e loro riproduzioni, tra fossili e reperti, alla mostra vi sono numerose missive, quasi sempre presentate come facsimile

Il simbolo scelto per la mostra itinerante
Il simbolo scelto per la mostra itinerante

Un attento osservatore... “Conduce esperimenti. Legge molte opere di colleghi naturalisti di tutto il mondo, intrattenendo con loro corrispondenze epistolari”. E proprio le corrispondenze epistolari, sue e di altre persone citate, sono le comprimarie di “Darwin 1809-2009”, la mostra itinerante ospitata fino al 25 ottobre a Milano (presso la rotonda di via Besana) e che poi si sposterà, dal 24 novembre al 15 febbraio, a Bari. Mostra che gioca su più piani: ci sono modelli, fossili, oggetti ed animali veri e facsimili, fra cui quasi tutte le numerose lettere presenti.

Charles Darwin, ricordato dall’Italia postale con un francobollo uscito il 12 febbraio per il bicentenario dalla nascita (ma anche per il secolo e mezzo del volume “L’origine delle specie”), da giovanissimo collezionava uova di uccello e conchiglie marine, coleotteri e farfalle, falene e monete. E quando non raccoglieva, “scriveva lettere concitate al cugino William Darwin Fox, confessando «L’interesse che mi trovo ad avere per la scienza è piuttosto assurdo»”.

L’evento che cambia il corso della sua vita accade nel 1831, quando si imbarca sulla “Beagle” per partecipare, attraversando il pianeta, ad una spedizione cartografica voluta dalla Corona britannica. Secondo i programmi, sarebbe durata due anni, ma la nave torna soltanto nel 1836. Darwin esplora il continente sudamericano, analizza gli ecosistemi e le faune degli arcipelaghi e delle isole. Riempie numerosi taccuini con dettagliate osservazioni sulle piante, sugli animali, sulla geologia e sui climi. “Un bambino con un giocattolo nuovo -testimonia il capitano del bastimento, Robert Fitz Roy- non sarebbe stato più felice”. Lungo il viaggio si mantiene in contatto con la madrepatria scrivendo le sue avventure. Ma oltre alle relazioni personali, le missive cementano i legami professionali con alcuni scienziati.

Al suo ritorno è già famoso, e gli allestitori della mostra lo sottolineano con il riquadro “Efficienti poste britanniche” (anche se nella versione inglese il titolo è decisamente più neutro: “Sail mail”, ossia “Posta di mare”). “Darwin -si legge- inviò moltissimi esemplari e lettere via nave per tutta la durata del viaggio. All’epoca l’Inghilterra era una prospera potenza coloniale e disponeva di una rete di navi che abbracciava letteralmente tutto il mondo, così che Darwin poteva inviare e ricevere la posta da e verso quasi tutti gli angoli del globo”.

Nel 1842 trasloca a Down house, 25 chilometri da Londra, dove rimane per quarant’anni. La nuova casa è “il rifugio, il laboratorio di ricerca e il cuore dell’attività scientifica... Lavorando nello studio, nella serra, nel giardino, in contatto epistolare con scienziati di tutto il mondo, il naturalista riuscì pazientemente a completare la teoria dell’evoluzione per selezione naturale”. Dopo molte esitazioni pubblica, appunto nel 1859, il libro chiave. Che, insieme a “L’origine dell’uomo” del 1871, “avrebbe provocato una vera e propria rivoluzione e reso Darwin lo scienziato più onorato e dibattuto dei suoi tempi”.

Numerose le lettere impiegate per illustrare il percorso; sotto, la ricostruzione dello studio di Charles Darwin
Numerose le lettere impiegate per illustrare il percorso; sotto, la ricostruzione dello studio di Charles Darwin



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