Ha lavorato fino al luglio scorso, ma ormai ad utilizzarla era soltanto la Segreteria di stato per i suoi rapporti con l’ufficio postale centrale. La ristrutturazione, negli ultimi mesi, di quest’ultima sede ha dato l’occasione per smantellare completamente la rete, di fatto superata. Rimane soltanto una piccola traccia, a ricordo e testimonianza di quella che è stata la posta pneumatica vaticana. Per consegnare i testi dei telegrammi -spiegano agli sportelli- c’è la posta elettronica, mentre per il materiale cartaceo si impiegano procedure ormai abituali, cioè avviene il trasporto fisico a mezzo degli uscieri. Da qui la scelta di chiudere il capitolo. A proposito del servizio interno, oggi il portalettere fa almeno tre passaggi al giorno, due al mattino ed uno al pomeriggio. Come minimo, visto che, alla necessità, vengono assicurati altri giri parziali. L’operatore ha un doppio compito: consegnare i plichi ai vari destinatari e svuotare le cassette delle zone extraterritoriali della Città del Vaticano. Complessivamente, le cassette (comprendendo quelle esterne, cioè nelle aree aperte al pubblico) sono una cinquantina. Le Poste vaticane, altra notizia, stanno attendendo il buono-risposta internazionale modello “Nairobi”.
Addio ai “tubi santi”
24 Nov 2009 01:24 - VATICAN
Del servizio di posta pneumatica rimangono solo delle tracce, conservate come testimonianza