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editor Fabio Bonacina

27241 news from 8/3/2003

L’appello dell’Upu ai Paesi soccorritori. A Port-au-Prince sono rimasti solo tre uffici. I dati al 2007

Non dimenticare, nei progetti di ricostruzione ad Haiti, il settore postale. È il monito che giunge dall’Upu, mentre a Montreal è in corso la conferenza internazionale indetta per fare il punto della situazione. “L’infrastruttura postale -dice il direttore generale dell’Unione, Edouard Dayan- è una leva importante dell’intera economia nazionale. Gli haitiani hanno bisogno di servizi postali efficaci così da ricevere e inviare corrispondenze e merci, effettuare transazioni finanziarie e in particolare trasferire soldi. L’Upu sta discutendo con i Paesi membri sull’aiuto che potrà essere garantito per ricostruire e modernizzare i servizi postali. Duramente toccati, con tanti altri ambiti, dal sisma del 12 gennaio”.

Salvo tre uffici situati alla periferia di Port-au-Prince, la maggior parte delle nove installazioni postali della capitale haitiana sarebbe stata distrutta dal terremoto, compresi la sede e il principale centro di smistamento (complessivamente davano lavoro a 350 persone). Altri danni sono stati registrati Miragoâne, Grand-Goâve e Petit-Goâve.

Il quadro precedente la tragedia dava, su scala nazionale, una sessantina di uffici, operativi con 600 dipendenti. Durante il 2007 nei rapporti con l’esterno sono transitati 642mila invii e 5mila pacchi, mentre i conti di risparmio postale avevano raggiunto quota 161mila.

A coordinare l’assistenza internazionale è l’unità di crisi creata al Bureau international, di cui fanno parte Canada, Francia, Haiti, Repubblica Dominicana, Spagna e Stati Uniti, oltre all’Unione postale delle Americhe, di Spagna e Portogallo e l’Unione postale dei Caraibi.

In questo momento la struttura locale è completamente paralizzata. Sul posto è attesa una delegazione statunitense di ispettori per aiutare a mettere in sicurezza il corriere abbandonato tra le macerie o all’aeroporto; al tempo stesso, la squadra dovrà valutare i bisogni in vista della ripresa.

Tra gli operatori già scesi in campo figurano quelli di Canada, Germania (attraverso Dhl), Mauritius e Spagna. Senza dimenticare il francobollo emesso dalla Francia.

Il direttore generale della Posta dominicana, Modesto Guzman, a Port-au-Prince davanti a quel che resta di un ufficio postale crollato (foto: Upu)
Il direttore generale della Posta dominicana, Modesto Guzman, a Port-au-Prince davanti a quel che resta di un ufficio postale crollato (foto: Upu)



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