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editor Fabio Bonacina

27144 news from 8/3/2003

Alla sede dell’Eur che ospita la collezione di libri antichi, monografie tecnico-giuridiche e riviste dell’ex ministero alle Comunicazioni si aggiungeranno i patrimoni degli altri due dicasteri scomparsi, l’Attività produttive e il Commercio estero


La biblioteca raccoglie la normativa postale, ma non solo...
La biblioteca raccoglie la normativa postale, ma non solo...

Un supporto che, purtroppo, va snaturandosi. È la biblioteca dell’ex ministero alle Comunicazioni, collocata negli enormi spazi dell’Eur, in viale America 201.

Già di non comodissima fruibilità (l’apertura al pubblico è dal lunedì al venerdì fra le 9 e le 13), in questi mesi sta subendo una ristrutturazione, volta ad accogliere gli analoghi servizi che facevano capo agli altri due dicasteri confluiti nello Sviluppo economico, ossia Attività produttive e Commercio estero. Una mossa volta a razionalizzare le risorse, ma che non risponde al quesito di base: e se un prossimo Esecutivo ricambiasse le carte in tavola, “spacchettando” di nuovo il superministero?

Domanda cui nessuno sa replicare; intanto -si legge nel sito istituzionale- la biblioteca “si propone di essere un significativo punto di riferimento per la documentazione e l’informazione nel campo delle comunicazioni e delle nuove tecnologie dell’informazione. L’approccio di tipo multidisciplinare -tecnologia, economia, normativa, management, storia, filatelia, sociologia- vuole fornire una visione complessiva del mondo delle telecomunicazioni. Conservare e diffondere il proprio considerevole patrimonio storico e documentare il costante aggiornamento della conoscenza sono le principali linee di attività”.

Il settore postale -viene precisato a “Vaccari news”- “è solo una parte minoritaria di un fondo che interessa più in generale il mondo delle comunicazioni, soprattutto dal punto di vista legislativo (abbiamo, ad esempio, i bollettini ufficiali dal 1861) e tecnico. Cui si aggiungono i documenti originali, come i decreti e i brevetti riguardanti le attività di Guglielmo Marconi, oggi consultabili anche on-line”. Per un capitale -escludendo il materiale in arrivo dalle altre strutture- di 120mila unità tra monografie e testate, adesso seguito da sei persone (ai tempi d’oro erano quindici).

Già in passato aveva assorbito raccolte eterogenee. Come i volumi, di vario genere comprendenti letteratura dell’Ottocento e stampati degli anni Venti, che appartenevano al vecchio servizio circolante del Dopolavoro pt di Roma.

Ma chi frequenta, oggi, la biblioteca? “Diciamo che il 60% è costituito da personale interno, e la quota restante è rappresentata da studenti e ricercatori. Va sottolineato, comunque, che è gratuitamente aperta a tutti ed è attivo pure il prestito interbibliotecario”.

Il problema di fondo è sempre lo stesso, che la accomuna all’attiguo Museo storico pt: la carenza di risorse.

Nel frattempo, si cercano altre strade per valorizzare quanto posseduto, senza sbilanciarsi troppo dal lato economico. Come il percorso che accompagna gli utenti all’ingresso: una decina di vetrinette dove sono raccolti volumi antichi, stampati tra il XV e gli inizi dell’Ottocento, ancora un retaggio di vecchie donazioni.

Alcune immagini della struttura e, nell’ultima foto, la mostra dei libri antichi
Alcune immagini della struttura e, nell’ultima foto, la mostra dei libri antichi



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