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editor Fabio Bonacina

27140 news from 8/3/2003

Caos in posta: gli editori presi alla sprovvista con un decreto del ministro Claudio Scajola che sospende le tariffe agevolate. Consumata in tre mesi la cifra, 50 milioni, stanziata per l’intero 2010

Torna il problema del sostegno alla stampa con le agevolazioni postali
Torna il problema del sostegno alla stampa con le agevolazioni postali

“Le tariffe agevolate per le spedizioni di prodotti editoriali di cui ai decreti ministeriali del 13 novembre 2002 e del 1° febbraio 2005, continuano ad applicarsi fino al 31 marzo 2010”.

È il laconico articolo n°1 del decreto sottoscritto dal ministro allo Sviluppo economico, Claudio Scajola, datato 30 marzo e pubblicato sulla “Gazzetta ufficiale” di ieri, ma che a tarda notte non era ancora disponibile.

A non essere presa alla sprovvista è stata Poste italiane, che da oggi ha applicato il tariffario normale con chi, fino a poche ore prima, utilizzava tariffe decisamente più basse. Ed ora si aprono gli spiragli per una trattativa; d’altro canto, il secondo articolo del provvedimento dice che “con successivo decreto potranno essere determinate tariffe agevolate per i residui periodi dell’anno 2010, in caso di sopravvenuto accertamento di disponibilità finanziarie nell’ambito del bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri”.

A dirla tutta, la voce si era già diffusa ieri, motivando una presa di posizione della Federazione italiana editori giornali. In proposito, la Fieg ha espresso “la propria preoccupazione e la propria assoluta contrarietà a tale misura e ne chiede un ripensamento quanto meno su tempi e modi. Non è stata ancora attuata la disposizione di legge che impone a Poste -in assenza di concorrenza- un tetto alla compensazione per gli abbonamenti postali, commisurato al prezzo praticato al miglior cliente di servizi analoghi. La sospensione delle tariffe agevolate, che hanno finora lasciato allo Stato l’onere di ripianare la differenza tra tariffa piena e tariffa agevolata, avrebbe l’insostenibile effetto di far gravare sugli editori tale onere. E di farlo retroattivamente, e cioè imponendo la tariffa piena non rivista anche agli abbonamenti in corso retti da condizioni non più negoziabili. Sarebbe un pesantissimo aggravio di costi per i già difficili bilanci delle imprese che si avvalgono del servizio postale”.

La Federazione chiede, invece, un intervento “che -in un ragionevole arco temporale- preveda una progressiva riduzione della misura dell’agevolazione medesima, fino al raggiungimento di un livello sostenibile per lo Stato e gli editori. Alla fine del processo di razionalizzazione e contenimento, le risorse pubbliche potrebbero essere mantenute allo stesso settore editoriale e gestite in un sistema che premi la diversità e competizione dei canali distributivi”.

Ancora la Fieg si dice “pronta ad un confronto immediato che possa condurre, contestualmente, alla riduzione degli oneri per lo Stato -attraverso la limitazione del campo di applicazione soggettivo ed oggettivo della tariffa agevolata spesso applicata a soggetti che non hanno nulla a che fare con l'editoria- e all’apertura al mercato dei servizi di recapito dei giornali in abbonamento”.

Secondo i dati del ministero, nel 2009 il volume totale delle spedizioni è aumentato di oltre il 10%. Dal canto suo, il dicastero dell’Economia e delle finanze ha comunicato, era il 3 marzo, che le risorse disponibili, pari a 50 milioni di euro, per i rimborsi a Poste italiane “non sono sufficienti a coprire gli oneri previsti”, invitando così “ad adottare le misure occorrenti a garantire il rispetto dei limiti di spesa rappresentati dallo stanziamento disponibile”. In base ai dati comunicati dalla stessa società l’8 marzo, praticamente l’intera cifra sarebbe stata assorbita dai rimborsi a favore dell’editoria e del terzo settore previsti nel primo trimestre 2010.




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