Trentun tipologie cartacee, dai bandi ai documenti di trasporto, dalle licenze alle carte intestate, dalle figurine alle pagine di giornale, dai calmieri agli editti. Non vi sono, però, francobolli, interi, annulli o affrancature meccaniche. Ed è un peccato, perché nel periodo considerato, che va dal 1630 al 1956, gli oggetti postali in linea con il percorso esistono, eccome. A cominciare dai pubblicitari del 1924-1925 e dalla ordinaria “Italia al lavoro” uscita nel 1950, completamente dedita ad attività agricole o al massimo artigianali nonostante la realtà produttiva fosse ormai differente.
È la mostra “Cibo di carta - Carte illustrate dal ‘600 al ‘900 dalla collezione Rapisarda”, dovuta al libraio antiquario Andrea Tomasetig e base di un progetto didattico che esamina come il nutrimento si intrecci profondamente con la cultura materiale, l’economia, la storia e la cultura di una società. È proposta fino al 21 aprile a palazzo Freganeschi-Pirola, che si trova in piazza della Repubblica a Gorgonzola (Milano). È visitabile gratuitamente da martedì a domenica nell’orario 9.30-12.30 e 14-18.30.
Certo, tra i 159 oggetti infilati nei pannelli ci sono le cartoline, che promuovono oggetti e personaggi o fanno satira. E ce n’è persino una che ha vestito il grigioverde militare: è la franchigia della Seconda guerra mondiale con lo slogan “Senza il grasso il cannone non spara”. Ma i riferimenti al mondo postale si fermano qui. Una lacuna da evidenziare, specie per l’idea che sta dietro all’iniziativa espositiva. “Dalla destinazione pubblica della raccolta -spiegano gli organizzatori, tra i quali figura il Comune- può nascere un vero e proprio Museo dell’alimentazione. Opportunamente integrato con altri materiali e altre collezioni, può costituire l’elemento duraturo e non effimero che precede e accompagna l’Expo milanese del 2015. È auspicabile che il Museo si realizzi preferibilmente in provincia di Milano, in un luogo del Parco agricolo sud Milano, che rappresenta un riferimento culturale obbligato”.