Il... bottino proveniente dalla Svizzera riguarda soprattutto, ma non solo, la corrispondenza destinata a Gabriele D’Annunzio, un’intera cassa “contenente documenti e oggetti di grande valore storico e anche economico”. Il furto accadde nel 1963, e le azioni per riavere il maltolto -commenta oggi da Gardone Riviera (Brescia) l’attuale presidente del Vittoriale degli italiani, Giordano Bruno Guerri- “furono deboli e senza successo”. Complicate dalla mancanza di trascrizioni, fotocopie o altre tracce. “Appena in carica, mi sono occupato della vicenda, ormai dimenticata, e ho avuto fortuna: anche grazie alla rinnovata fiducia dei collezionisti nel nostro archivio e nel Vittoriale”. Così, sono stati recuperati 34 scritti epistolari, compresi 9 non datati, nonché 5 telegrammi (e un conto di casa di cura) inviati tra il 14 novembre 1903 e il 26 ottobre 1909 da Alessandra Starabba di Rudinì Carlotti (Nike) a Gabriele D’Annunzio. Proviene invece dal carteggio spedito da Giuseppina Giorgi Mancini allo scrittore e militare il nucleo più ampio: 332 lettere (con qualche cartolina) datate o databili dal 4 luglio 1906 al 1925-1926, più 32 lettere e cartoline senza indicazioni temporali, 119 telegrammi dal 26 marzo 1907 all’11 febbraio 1928, una busta con fiori secchi (“talismano della rosa”, autografata all’esterno da D’Annunzio), una contenente capelli bruni datata 29 agosto 1907 e una fotografia della mittente. Insomma, il “più importante ritrovamento di documenti dannunziani mai avvenuto”. In particolare il carteggio di Giuseppina Mancini (“forse l’unica donna” per la quale il “Vate” perse davvero la testa, e per la quale scrisse il volume “Solus ad solam”) permetterà agli studiosi di ricostruire uno dei rapporti più intensi e misteriosi nella sua vita.
Indietro dopo mezzo secolo
20 Mag 2010 14:01 - NEWS FROM ITALY
Un’intera cassa contenente documenti e oggetti appartenuti a Gabriele D’Annunzio restituita al Vittoriale