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editor Fabio Bonacina

27233 news from 8/3/2003

Da domani in prima visione il film con Claudio Bisio e Angela Finocchiaro che riprende il francese “Giù al nord”

Come capita spesso con i remake, l’originale appassiona di più. Ma anche guardando “Benvenuti al sud”, la pellicola di Luca Miniero formalmente da domani nei cinema italiani, si ride, si sorride e si riflette su stereotipi e luoghi comuni.

Con qualche ammiccamento originale, come il gorgonzola da annusare per non dimenticare l’aria di casa o il Duomo di Milano in formato mignon da porre sulla scrivania. E non mancano i dettagli tecnici, ad esempio i due incontri al quartier generale di Poste italiane all’Eur (si intravede il cortile) e il palmare che stampa il biglietto su cui il destinatario firma il ricevimento della raccomandata. Senza trascurare lo spot in favore della carta “Postamat”: gli permette -dice il cliente, che la richiede allo sportello perché l’amico ce l’ha ed è rimasto soddisfatto- di accreditare la pensione e ritirare quando vuole ciò di cui ha bisogno.

Torna la storia del direttore postale allontanato dalla propria sede per punizione: mentre nel campione oltralpe d’incassi “Giù al nord” finisce dalla Provenza al confine con il Belgio, il viaggio della versione italiana si svolge tra Usmate (Monza e Brianza) a Castellabate (Salerno), con la poliziotta al posto di blocco mossa da solidarietà perché lei “ha il fratello in Kosovo”. Le riprese nell’incantevole paesino -ma la piazzetta su cui si affaccia l’ingresso dell’ufficio postale è una ricostruzione della scenografia- sono intervallate agli interni, girati in un vero ufficio in provincia di Roma.

Il confronto tra il dirigente Alberto Colombo (interpretato da Claudio Bisio), arrivato con giubbotto antiproiettile, trappola per topi e crema protezione cinquanta (perché in Meridione ci sono criminalità, spazzatura abbandonata e troppo caldo), e gli impiegati guidati dal portalettere Mattia Volpe (Alessandro Siani), permette di scoprire una realtà diversa da quella temuta. Anche se la lingua è difficile da comprendere, caffè, nocini e limoncelli -chiamati “succhi di frutta”- si sprecano e la scena nel borgo abbandonato per fare spaventare la moglie Silvia (Angela Finocchiaro) richiama i colori, la confusione e l’allegria di “Underground”, del balcanico Emir Kusturica.

E già si parla di un “Benvenuti al nord”...

La locandina del film; Claudio Bisio all'ingresso dell'ufficio postale in cui la vicenda è ambientata
La locandina del film; Claudio Bisio all'ingresso dell'ufficio postale in cui la vicenda è ambientata



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