Diciotto centimetri di altezza, tredici di larghezza e poco più di uno come spessore. Sono le dimensioni del catalogo 2010 dedicato alla Cina e voluto dalla Japan philatelic society foundation.
Si tratta di 344 pagine fittissime, scritte sinteticamente in giapponese ed i soli titoli tradotti in inglese, con immagini a colori in grado di dare un riferimento per quanti seguono questo effervescente Paese, capace di stupire anche dal punto di vista filatelico.
Come, tanto per citare due esempi recenti, ricordati da uno specialista di emissioni particolari, Salvatore Cucuccio, la serie “Poemi tang” del 13 settembre 2009 (quattro francobolli da 1,20 yuan, uno da 1,50 e uno da 3,00) che si caratterizza, tra l’altro, per la microscrittura e per la possibilità, attraverso un dispositivo, di ascoltare gli stessi componimenti. O quella -non ancora repertoriata- intitolata “Opera kunqu” del 12 giugno 2010: tre esemplari da 1,20 unità ognuno che permettono, grazie ad un lettore, di vedere filmati inerenti il tema.
Il mercuriale ha prezzi in yen e considera la Cina Popolare (quindi dal 1949 ad oggi), cui si aggiungono Hong Kong e Macao da quando sono state liberate dal controllo europeo, rispettivamente nel 1997 e nel 1999. In Italia è venduto a 32,00 euro.