Il traffico, ma anche gli incassi, dei pacchi, del corriere espresso e della posta tradizionale risalgono. A sostenerlo è l’Unione postale universale, secondo la quale ci si sta riprendendo dopo che a metà del 2009 si sono toccati i punti più bassi dagli anni Trenta del secolo scorso.
È l’estrema sintesi di una ricerca svolta con una ventina di operatori fra i più importanti al mondo. Insieme trattano l’80% dei volumi di corriere (oltre 350 su 438 miliardi di pezzi trasportati) e generano il 60% delle entrate globali (324 miliardi di dollari nel 2008).
Dati trimestrali 2009 e 2010 alla mano, pacchi e corriere espresso testimoniano l’inversione di tendenza. “Questi segmenti -dice l’economista dell’Upu che ha condotto l’inchiesta, José Ansón- mostrano segni di ripresa molto positivi”. La seconda area, in particolare, certifica il rilancio del commercio internazionale, dopo la caduta registrata lungo il 2008 e per buona parte del 2009.
Un po’ diverso è il ragionamento per la posta a lettere, che comprende i plichi fino ai due chili di peso e che per un operatore medio vale tra il 40 ed il 60% delle sue entrate globali. Il declino nel regime interno è rallentato dalla fine del 2009, e a metà del 2010 i volumi sono ritornati agli stessi livelli di prima della crisi, quando si abbassavano in media del 2% l’anno. Comparando il secondo trimestre 2009 (il momento di massimo picco negativo) con l’analogo periodo del 2008, il settore ha registrato un calo del 12%, pari a 13 miliardi di oggetti. Per dare un esempio, in dodici mesi la Francia distribuisce 17 miliardi di plichi.
Il calo nelle lettere non è comunque omogeneo. In certi Paesi in sviluppo o nelle economie emergenti l’ambito ha resistito meglio rispetto alle aree industriali e in alcune situazioni ha continuato a crescere. “Sembra essere il caso -precisa l’esperto- delle realtà che sono riuscite ad integrare efficacemente gli aspetti fisico, elettronico e finanziario della rete postale e ad utilizzare le nuove tecnologie per migliorare i servizi esistenti e crearne di nuovi”.
L’indagine ha preso in considerazione anche i flussi economici. Il corriere espresso interno ed internazionale nel secondo trimestre 2010 è cresciuto del 27% rispetto all’analogo periodo del 2009 (considerando solo i rapporti nazionali, +8%).
Stabili, invece, gli incassi con le lettere, nonostante il trend negativo dei volumi (-16,8% tra il secondo trimestre del 2010 e del 2009). Questo perché i singoli plichi risultano più pesanti e dunque costa di più spedirli. “Le nostre più recenti analisi dimostrano che oggi ogni chilo di corrispondenza comprende in media 12,48 oggetti, rispetto ai precedenti 14,64. C’è stato dunque un cambio brusco nei contenuti: dobbiamo studiare tale fenomeno, ma la situazione potrebbe essere spiegata, ad esempio, con la crescita del commercio elettronico, il calo degli invii di transazione come fatture ed estratti conto, lo sviluppo dei cataloghi per le campagne di marketing diretto”.