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editor Fabio Bonacina

27146 news from 8/3/2003

Maggiore preparazione, supporti alle spalle ed un ruolo più qualificato del portalettere, che in futuro potrà stampare persino “francobolli con codici a barre”. La riorganizzazione di Poste riprende da qui

Tra i servizi promossi in questo momento (qui una locandina appesa al muro), figura il “Dimmiquando”
Tra i servizi promossi in questo momento (qui una locandina appesa al muro), figura il “Dimmiquando”

Adeguarsi alla direttiva comunitaria 2004/39/Ce sui mercati degli strumenti finanziari (meglio nota con l’acronimo di Mifid per “Market in financial instruments directive”), l’ampliamento dell’offerta commerciale e la necessità di incentivare una clientela più consapevole e con esigenze specifiche, disponibile, quindi, a pagare di più per servizi su misura.

Sono questi gli obiettivi che Poste italiane intende raggiungere nei prossimi tempi attraverso una revisione del modello organizzativo interno. Da qui la decisione di migliorare le competenze del personale, al tempo stesso dotandolo di supporti adeguati.

Un percorso parallelo ma coerente guarda ai portalettere, che da semplici fattorini dovranno diventare un riferimento attivo per la comunità nella quale operano. Sono proprio loro a conoscere meglio il territorio, le persone e i loro potenziali bisogni da sviluppare. Con il palmare, poi, possono offrire prestazioni fino a poco tempo fa impensabili (una per tutte, ancora sulla carta ma dal punto di vista tecnico già individuata: stampare “francobolli con codici a barre”).

Ed è proprio a loro che viene chiesto di più. L’approccio si inserisce nel progetto “Otto-venti”, in graduale estensione: ieri ha cominciato, ma è soltanto un esempio, Campobasso (è quello che amplia il servizio su dodici ore giornaliere ma elimina il sabato). Già dal 2 novembre, e fino alla fine dell’anno, attraverso l’articolazione servizi innovativi è in corso un’esperienza che intende sviluppare prestazioni pomeridiane (“pick up”, supporti personalizzati, consegna delle raccomandate), sostenere il corriere espresso in ambito urbano, migliorare le tempistiche per telegrammi e “raccomandata1”. Trasformando, al tempo stesso, il destinatario in un potenziale mittente, cui proporre prodotti e servizi.

Qualche esempio? I supporti “Aspettami”, “Chiamami”, “Dimmiquando” e “Seguimi”, negli ultimi tempi particolarmente reclamizzati; la campagna “Sales link” (ma non si era deciso di evitare il ricorso all’inglese? Riguarda -per spiegarla semplicemente- i materiali promozionali spediti da terzi, consegnati e illustrati dal postino alla clientela che, se interessata, dovrà compilare un tagliando da restituire); le “schede contatto” (è una mappatura per raccogliere informazioni sui propri interlocutori, così da selezionare, in seguito, proposte adeguate); alcuni articoli trattati dal catalogo di Poste shop o a carattere filatelico (folder, “libri” e “quaderni dei francobolli”...). Per testare il sistema e allo stesso tempo motivare il personale, quest’ultimo potrà godere di bonus in busta paga in base ai risultati ottenuti.

È ormai normale vedere prodotti e servizi presentanti negli uffici postali; ma adesso la campagna sta diventando più aggressiva
È ormai normale vedere prodotti e servizi presentanti negli uffici postali; ma adesso la campagna sta diventando più aggressiva



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