“La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”. Recita così l’articolo 12 della Costituzione, indiretto punto di riferimento per la doppia carta valore che, come si sapeva, aprirà il 2011 e l’ampio percorso dentellato voluto per sottolineare il centocinquantesimo dell’Unità. Da una parte il francobollo e dall’altra il foglietto, entrambi con nominale pari a 60 centesimi.
Il primo è autoadesivo e con dentellatura fustellata, prodotto in quattro milioni e duecentomila pezzi raccolti in fogli da settanta; propone il logo ufficiale scelto per le celebrazioni.
Il blocco, invece, conta due milioni di esemplari. Offre il drappo “attraversato idealmente da due nastri ondeggianti di colore verde e rosso che proseguono anche fuori dalla vignetta sia in alto che in basso”. Sui bordi viene ripreso l’emblema commemorativo e quello, che al solito appare fuori luogo, di Poste italiane (le cartevalori sono emesse dallo Stato e non -come spesso ci si confonde anche nei discorsi di circostanza- dalla società per azioni).
La data di emissione è fissata al 7 gennaio, così da ricordare quel giorno del 1796, quando a Reggio Emilia, oggi “città del Tricolore”, il Parlamento della Repubblica cispadana votò l’adozione del vessillo nelle tinte ancora oggi utilizzate.
Il bollettino illustrativo raccoglie un intervento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta. Tripla la sottolineatura marcofila: all’ufficio del Quirinale (secondo quanto aveva annunciato a “Romafil” il presidente della Commissione per lo studio e l’elaborazione delle cartevalori postali, Angelo di Stasi, dovrebbe svolgersi una cerimonia ufficiale con il capo dello Stato Giorgio Napolitano), allo spazio filatelia di Roma e appunto allo sportello filatelico di Reggio Emilia.